Altra doccia fredda per i dipendenti del salumificio Vismara

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CASATENOVO

Sul futuro della Vismara e dei suoi 160 dipendenti pende la spada di Damocle del pagamento di un decreto ingiuntivo di 12 milioni di euro. Il giudice del tribunale di Lecco Dario Colasanti ha respinto il ricorso presentato dai vertici dello storico marchio brianzolo di insaccati, tramite l’avvocato difensore Sido Bonfatti, per ottenere l’annullamento del decreto ingiuntivo di pagamento di 12 milioni di euro appunto a banca Intesa San Paolo. Se i soldi ora venissero effettivamente richiesti, per Vismara potrebbe significare la fine dopo 125 anni di attività e per i dipendenti la disoccupazione. "Prendiamo atto della conferma della provvisoria esecuzione da parte del tribunale che prefigura un nuovo scenario tra le parti – è il commento possibilista dei manager di Vismara -. L’esito, infatti, si inserisce in un più ampio dialogo, in virtù delle trattative in corso che restano prioritarie". L’obiettivo resta quindi quello di raggiungere un accordo extragiudiziario per non dover sborsare, almeno non tutti e non subito, i soldi che Intesa potrebbe reclamare.

Dall’istituto di credito del resto hanno sempre assicurato di non aver alcuna intenzione di reclamare quanto spetta loro né di voler affossare la Vismara. L’ingiunzione di pagamento, nell’ambito delle procedure di fallimento del gruppo emiliano Ferrarini a cui appartiene la Vismara, sarebbe tra il resto legata anche all’affitto degli ultimi quattro anni dei capannoni del nuovo stabilimento di Cascina Sant’Anna, realizzato al posto della vecchia fabbrica in centro paese, che dovrebbe essere abbattuta e diventare un quartiere residenziale ma che al momento è abbandonata e fatiscente. I rappresentanti sindacali dei 160 dipendenti della Vismara al momento restano in attesa dell’evoluzione della vicenda, mentre il sindaco Filippo Galbiati aspetta un interessamento da parte della premier Giorgia Meloni a cui si è rivolto direttamente.

Daniele De Salvo