A Olginate una spedizione punitiva

L’ordinanza che inchioda Stefano Valsecchi. Ora potrebbe scegliere di restare in silenzio

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di Daniele De Salvo

Il killer di Olginate domani potrà raccontare la sua verità. È infatti in calendario l’interrogatorio di garanzia di Stefano Valsecchi, il 54enne di Calolziocorte che domenica della scorsa settimana ha giustiziato in strada a Olginate Salvatore De Fazio di 46 anni e tentato di uccidere anche suo fratello maggiore di 3 anni Alfredo scampato miracolosamente all’agguato ma ancora ricoverato in gravi condizioni al Circolo di Varese.

Sono molte le domande che gli verranno poste sia dal giudice per le indagini preliminari Paolo Salvatore, che ha firmato il suo mandato di cattura con le accuse di omicidio e tentato omicidio doloso e porto illegale di armi, sia del pm incaricato del caso, il sostituto procuratore Paolo De Grosso. Non è però al momento scontato che accetterà di rispondere, la sua posizione è molto delicata e precaria e l’avvocato difensore di fiducia Marcello Perillo non ha ancora concordato con lui la strategia, che potrebbe pure essere quella di avvalersi della facoltà di non rispondere e di rimanersene in silenzio in attesa di valutare tutti gli elementi per non rischiare di peggiorare ulteriormente la situazione.

Gli inquirenti e gli investigatori del Nucleo investigativo del Reparto operativo del comando provinciale di Lecco sono infatti convinti che abbia ammazzato di proposito, anzi che abbia organizzato un vero e proprio agguato per uccidere.

Nel mirino della sua pistola calibro 22, recuperata da chissà chi, avrebbe tra l’altro voluto mettere anche Davide De Fazio, il figlio 25enne della vittima, che poche ore prima dell’imboscata, aveva massacrato di botte Michele, il suo di figlio, della stessa età.

Il gip nell’ordinanza di custodia cautelare che all’assassino è stata notificata solo l’altro giorno quando finalmente si è costituito dopo otto giorni di incredibile latitanza scrive parole nette nei suoi confronti. Riferisce di una "appartenenza ad ambienti criminali", avverte del "concreto e attuale pericolo di reiterazione di analoghe condotte delittuose", gli attribuisce un "curriculum criminale" e una "spiccata pericolosità", sostiene che abbia compiuto una "spedizione punitiva programmata per infliggere alle vittime danni irreparabili" e "gravissimi gesti di violenza pressoché gratuiti". Gli stessi testimoni che hanno assisitito alla scena hanno raccontato di una vera e propria esecuzione.