Famiglia in barca a vela. I Barberis bloccati a Formentera

Avevano venduto casa per attraversare l'Atlantico. Il Covid ha frenato il progetto ma solo per ora

La famiglia Barberis con la barca sullo sfondo

La famiglia Barberis con la barca sullo sfondo

Formentera - Che fine ha fatto la famiglia Barberis? Tra lockdown, indici di contagio e campagna vaccinale quasi ce ne eravamo dimenticati di Sara e Stefano che per inseguire il loro sogno di girare il mondo in barca a vela non avevano esitato a vendere casa, un loft nel quartiere dell’Ortica a Milano, per comprarsi una barca a vela che li avrebbe dovuti portare da Gibilterra ai Caraibi insieme ai loro tre bambini - Iago di 11 anni, Nina di 8 e Timo di 3 anni e al loro cane Pepper, un labrador femmina di cinque anni?  

 

Bloccati a Formentera

"Siamo bloccati a Formentera dallo scorso gennaio, per colpa del Covid", spiega Sara al cellulare in risposta a un messaggio inviato al sito Shibumi, che ha dato il nome alll'imbarcazione e al progetto di vita. "Siamo qui dallo scorso gennaio quando arrivammo in una giornata di brutto tempo, vento a 70 nodi, e freddo gelido". Dall'isola mediterranea delle Baleari avrebbero dovuto salpare il giorno successivo e invece tutti i piani sono saltati. "Purtroppo al Spagna in quesi giorni era in lockdown duro, e il giorno dopo le autorità non ci hanno dato il permesso di lasciare il porto. Dopo quasi quattro mesi, siamo ancora qui. La stagione non è ancora decollata, anche perché fa ancora freddo: oggi ad esempio ci sono 8 gradi e il cielo è molto nuvoloso ma non ci lamentiamo". 

Progetto slittato

"La traversata dell'Atlantico è per forza posticipata, se ne riparla a novembre-dicembre prossimo", spiega ancora Sara. Se ti innamori della vita in mare, come hanno deciso di fare i Barberis, devi seguire i ritmi della natura e inquesto caso dei venti, gli alisei che devono sfruttare per solcare l'Atlantico. E così i sei membri dell'equipaggio, Pepper incluso, stanno adattandosi alla vita sulla terraferma in attesa di tempi migliori. "Dobbiamo fare di necessità virtù, non abbiamo alternative. I bimbi ci stanno riuscendo benissimo, a cominciare da Timo che non senza qualche difficoltà siamo riusciti a inserire nell'asilo locale. Iago invece si diverte in skateboard con i ragazzi del posto e si è iscritto alla squadra locale di calcio, sebbene lui sia un appassionato di rugby. Nina invece si è data alla bicicletta: gira in lungo e in largo con le amichette attorno al porto. E Pepper? Come sempre è quella che sta meglio di tutti".

Lavori in barca

Sara e Stefano intanto approfittano della sosta forzata per sistemare Shibumi, un ketch a pozzetto centrale armato a cutter di 56 piedi che i Barberis avevano comprato di seconda mano in Grecia. Lo avevano portato in Italia Italia, a Bocca di Magra, borgo marinaro in provincia della Spezia, per un restyling generale in vista delle lunga traversata. "Stiamo approfittando di questo tempo per intervenire su tutte quelle cose che non eravamo riusciti a sistemare", ci racconta ancora Sara che poi aggiunge fiera: "In parallelo stiamo portando avanti anche il progetto Floating Lab".

Floating Lab

Shibumi - che in giapponese significa bellezza poco appariscente, raffinatezza che si cela dietro un aspetto esteriore semplice - ha allestito a bordo un laboratorio galleggiante dove convergeranno diversi progetti sul tema Tecnologia e Sostenibilità, come valutazioni e bilanci energetici tra produzione e consumi da fonti rinnovabili in barca (pannelli FV, generatore eolico ed idrodinamico), oppure osservazione di plastiche e avvistamento cetacei. "Abbiamo tenuto una bellissima lezione online con una scuola di New York - racconta Sara - nella quale abbiamo raccontato come si svolge la vita a bordo e la necessità di ottimizzare le risorse ed evitare al massimo gli sprechi". 

Incognite sul futuro

"Il nostro progetto ha sempre dovuto fare i conti con la parte economica, non siamo figli di papà e nemmeno radical-chic: quello che abbiamo ce lo siamo sudato", raccontava Sara prima di salpare da Bocca di Magra. Anche i sogni più belli hanno bisogno delle gambe per camminare. Uno dei problemi riguarda proprio Stefano. "La sua aspettativa al lavoro scade il prossimo mese di settembre - racconta Sara - e pertanto questo termine è vissuto con ansia. Dobbiamo trovare un modo per guadagnare ed è quello che stiamo facendo qui ma non nè facile". Del resto tra le tante sensazioni che una scelta come quella dei Barberis porta con sé c'è anche quella paura emozionale, che ti prende quando non sai cosa ti aspetta. Ma tutto ciò che non ti uccide, ti rafforza, come sosteneva Nietzsche. E allora, cari Barberis, affidate i vosti sogni al vento. La vostra avventura è solo all'inizio: le Canarie, Capo Verde e là a ovest, oltre l'orizzonte, vi aspettano i Caraibi.