Majorino: "Mano tesa al Terzo polo, dibattito psichedelico su Meloni"

Il candidato dem apre il cantiere dell’opposizione a Fontana: "Non siamo percepiti come portatori sani di soluzioni, usciamo dal palazzo"

Pierfrancesco Majorino, il candidato del centrosinistra e M5s alle regionali lombarde

Pierfrancesco Majorino, il candidato del centrosinistra e M5s alle regionali lombarde

Chiama all’unità Pierfrancesco Majorino. Un richiamo che vale sia per i candidati alla segreteria del Partito democratico, perché un conto è competere ed un altro è dividersi, sia per le forze che faranno opposizione al leghista Fontana, rieletto presidente della Regione. Terzo polo incluso. "Unità" e "fame": questo serve ai progressisti, secondo il candidato di centrosinistra e Movimento 5 stelle uscito sconfitto dalle urne.

Majorino, in merito alle liti tra Elly Schlein e Stefano Bonaccini: quale sinistra serve, ora?

"Serve una sinistra affamata di futuro e cambiamento. Una sinistra che sappia accompagnare le persone e dar loro speranza. Che sia molto chiara sui propri principi e che punti all’unità, perché il Pd da solo non basta, il nostro partito è una condizione necessaria ma non sufficiente per dare concretezza ad un’alternativa credibile e vincente".

Tra Schlein e Bonaccini chi interpreta meglio questa idea?

"Ho una predilizione per Elly ma dobbiamo ragionare in termini unitari. Serve un Pd compatto".

Pure in questo caso il Pd si sta parlando addosso rischiando di non coinvolgere gli elettori.

"Ogni competizione interna è in una certa misura autoreferenziale. E questo è uno dei due motivi per i quali ho sempre pensato che fosse folle procrastinare fino a questo punto le primarie per la scelta del segretario. L’altro motivo è, ovviamente, la coincidenza con le Regionali: siamo un caso unico al mondo, nessuno ha mai fatto un congresso durante una campagna elettorale che portava al voto oltre 10 milioni di persone".

Quanto l’ha penalizzata questa scelta di Enrico Letta?

"La responsabilità è di tutto il gruppo dirigente del Pd. Il segretario andava eletto entro Natale per avere, poi, una leadership forte con la quale affrontare le Regionali. Detto ciò, sono contento di aver avuto con me tutti i candidati alla segreteria, li ringrazio, e non cerco alibi".

Le parole di Letta e Bonaccini su Giorgia Meloni?

"Dibattito psichedelico, non facciamo alla Meloni un regalo che non si merita. Parliamo di lavoro, sanità, ambiente, diritti. Oggi sarò a Mozzate, ad un presidio di lavoratori che rischiano il posto. Non mi interessa parlare di un Governo che non sta facendo nulla di socialmente illuminato ed è mosso da pulsioni culturali estremiste".

Quale opposizione farà in Regione?

"Un’opposizione combattiva ma anche propositiva perché, soprattutto in alcuni territori, dobbiamo far capire che non siamo quelli che hanno in tasca solo i “no“. Un’opposizione utile e presente, che continui a costruire quella proposta alternativa che abbiamo iniziato a costruire in questi due mesi".

Beppe Sala, sindaco di Milano, ha dichiarato: «Finalmente avremo un’opposizione forte in Regione». Prima non lo era?

"Io ho molto rispetto per il lavoro fatto da chi ci ha preceduto negli anni scorsi, anni difficili. Fare opposizione è dura, ma ora dobbiamo riuscire ad uscire dal palazzo e a farci percepire, a far arrivare la nostra proposta".

Dialogherà col Terzo Polo?

"Certo, bisogna mettere in campo un’opposizione unitaria".

Perché vincete solo a Milano e, in generale, nelle città?

"Ovunque nel mondo i progressisti hanno più capacità di costruire consenso nei centri urbani. Nella Lombardia profonda non siamo visti come una soluzione ai problemi. Succede tra le piccole e medie imprese e su temi quali il consumo di suolo. Dobbiamo farci percepire come portatori sani di soluzioni".