Elezioni Lombardia, i flussi elettorali: la Lega si compatta, Terzo polo schiacciato

L'analisi Opinio e Swg. Il Carroccio risale nelle urne con i fedelissimi, Azione e Italia viva in calo: sostenitori 'regalati' a Fontana e Majorino

Milano - ​La Lega è riuscita a compattare meglio di tutti gli altri partiti i suoi elettori, contenendone così la migrazione verso altre proposte. Esattamente quello che non è riuscito ad Azione e Italia Viva, unite nel Terzo Polo, che hanno ceduto consensi sia alla loro destra sia alla loro sinistra. Nel mezzo il Pd, che non è rimasto elettoralmente del tutto immune dalla presenza del Terzo Polo e Fratelli d’Italia, che ha perso qualcosa in termini di consenso per il semplice fatto di non avere espresso un candidato alla presidenza della regione Lombardia.

Quest , in sintesi, la fotografia dei flussi elettorali, secondo Opinio e Swg, che hanno concorso alla riaffermazione di Attilio Fontana, governatore uscente ricandidato dal centrodestra e rieletto con il 54,7% dei voti a fronte del 33,9% riscosso da Pierfrancesco Majorino, candidato presidente del centrosinistra e del Movimento 5 Stelle. Più distaccate Letizia Moratti, in lizza per Palazzo Lombardia con una sua lista civica e il Terzo Polo, fermatasi appena al 9,9% dei consensi, e Mara Ghidorzi, candidata di Unione Popolare, che non è andata oltre l’1,5% delle schede.

Nel dettaglio, l’analisi dei flussi delle elezioni Regionali rispetto alle ultime Politiche, quelle di settembre, rivela che l’elettorato leghista ha tenuto: poco meno del 92% dei militanti e dei simpatizzanti del Carroccio è rimasto fedele alla bandiera, senza dispersioni significative di voti, non fosse per un 2,3% di elettori confluiti sulla proposta di Letizia Moratti e un 2,2% su quella di Pierfrancesco Majorino. Discorso opposto, come si anticipava, per Azione e Italia Viva: in questo caso solo poco più della metà dell’elettorato centrista (per l’esattezza il 56,4%) ha premiato l’operazione griffata Carlo Calenda e Matteo Renzi. Da qui le emorragie di voti soprattutto verso la candidatura e la proposta di Majorino e del centrosinistra – qui è andato un 23,4% degli elettori del Terzo Polo – e in misura minore ma significativa verso la candidatura e la proposta di Attilio Fontana e del centrodestra, per un 16,8% di casi.

Anche il Pd ha pagato un prezzo per la presenza di un competitor al centro, ma inferiore a quanto ci si potesse aspettare solo due mesi fa: l’elettorato democratico spostatosi sui centristi non va infatti oltre il 4,6%, mentre quello che ha scelto la continuità, puntando sul governatore uscente, è nell’ordine del 3,8. Avanti con Fratelli d’Italia: paradossale che la proposta di Majorino abbia attratto più elettori (5,5%) rispetto a quella della Moratti (3,9%). Il Movimento 5 Stelle conferma le difficoltà a connotarsi, almeno in Lombardia: l’8,7% dei pentastellati ha scelto Fontana, il 5,1% ha preferito Moratti, tutti voti che sono mancati a Majorino, il candidato ufficialmente appoggiato dal partito di Giuseppe Conte.

L’ultima nota è per il voto disgiunto: nonostante i tanti appelli piovuti negli ultimi giorni della campagna per le Regionali ha inciso davvero poco, risultando poco più che marginale.