IVAN ALBARELLI
Editoriale e Commento

Nel bel mezzo della Green Week

Milano guarda al futuro del pianeta, i milanesi guardano i display delle attese alle fermate dei tram

Chi aspetta tram e autobus non dev'essersi accorto che ci troviamo nel bel mezzo della Green Week (tra parentesi: questi week-inglesismi sono diventati un po' stucchevoli). A Milano, fino a domenica, si parlerà di transizione ecologica "partendo dal territorio e guardando all'intero pianeta", si legge sul sito del Comune. Migliaia di milanesi, intanto, guardano esasperati ai display che segnano le attese alle fermate di tram e bus, più che alle temperature registrate ad Atene questa estate. Basta seguire quel che pubblica sui social il comitato AspettaMi, che da mesi monitora corse saltate e mezzi che non passano, e raccoglie le reazioni di chi per protesta inizia a dire che non pagherà più il biglietto, per rendersene conto. Esperienza personale, lunedì mattina alle 8 per andare da via Cenisio fino in via Soderini, zona Bande Nere, c'è voluta un'ora. Venti minuti solo per aspettare il bus 78, che in piena ora di punta non arrivava più. Chi era con me alla fermata ha "benedetto" la Green Week con lodi all'Altissimo.

Nel bel mezzo della Green Week, il centro – e non solo – è sotto l’assedio delle auto (Area C?) spesso lasciate in seconda fila, e poi furgoni, marciapiedi ormai usati come parcheggi per moto e scooter. Nel pieno della Green Week le piste ciclabili, come documentiamo oggi nella Cronaca di Milano, sono invase ogni giorno da macchine e furgoni. Per fortuna che, comunque, alla Green Week si parlerà di "contratti climatici di città come aggregatori per azioni più veloci e incisive", e si darà spazio al "climate city contract di Milano e alla 100 climate neutral and smart cities mission". Va già meglio.