ANDREA MORLEO
Editoriale e Commento

Fabrizio Corona e il boccone avvelenato

L’ex paparazzo dei vip di nuovo nei guai per il materiale sul boss Matteo Messina Denaro, che un ufficiale dei carabinieri e un consigliere di Mazara del Vallo hanno tentato di vendere a lui e a un giornalista

Fabrizio Corona non riesce a stare lontano dai guai, è troppo più forte di lui. L’ultima disavventura dell’ex paparazzo dei vip caduto in disgrazia riguarda il materiale riservato sulla cattura del boss Matteo Messina Denaro, che un ufficiale dei carabinieri (nel frattempo arrestato) e un consigliere di Mazara del Vallo hanno tentato di vendere a lui e a un giornalista.

Attraverso il suo legale ha fatto sapere di essersi comportato da “cittadino onesto e di aver denunciato tutto” appena intuita la gravità della situazione. Peccato che in un’intercettazione del maggio scorso, lo stesso Corona parlasse al telefono di uno “scoop pazzesco”, conversazione che gli è costata l’iscrizione nel registro degli indagati per ricettazione.

Possibile che non abbia sentito subito puzza di bruciato quando gli sono stati proposti file riguardanti il “mammasantissima” di Cosa Nostra, per anni nella lista dei 10 latitanti più ricercati al mondo?

Non gli è passato per la testa che quei 786 file trafugati dal server degli inquirenti fosse materiale secretato? A 49 anni suonati e con quel passato alle spalle il buon Fabrizio avrebbe il giusto pedigree per fiutare a chilometri di distanza i bocconi avvelenati, eppure ci è cascato nuovamente con un ingenuità che fa quasi tenerezza.