Pil Italia, l'Ue rivede le stime: tornerà ai livelli pre-Covid nel 2023

Nel 2021 la crescita sara del 3,4% contro il 3,8% dell'Eurozona. La speranza è il Recovery Fund. Gentiloni: "Può dare spinta decisiva"

Paolo Gentiloni

Paolo Gentiloni

Milano, 11 febbraio 2021 - La speranza di tornare al Pil dei livelli pre-Covid è rimandata al 2022, a meno che il Recovery Fund non dispieghi  da subito i suoi effetti positivi e le varianti del Covid non rallentino ulteriormente il ritorno alla normalità. Il piano Marshall del nuovo millennio, infatti, non è contemplato nelle nuove stime di crescita economica della Commissione Europea che rivedono al ribasso la crescita dell'Italia nel 2021: si passa dal + 4,1% dello scorso novembre al +3,4% attuale. La stima per il 2022 si attesta infine  al +3,5%.

Nelle previsioni economiche d'inverno, che riguardano solo  Pil e inflazione al contrario di quelle più complete di autunno e primavera, l'esecutivo comunitario vede il nostro Paese crescere un po' meno dell'area euro nel 2021 (+3,4% contro il 3,8% dell'Eurozona), dopo aver lasciato sul terreno l'8,8% nel 2020, meno di quanto previsto in autunno, cioè il -9,9%.  Ci sono però due avvertenze importanti: anzitutto, come succede dall'inizio della pandemia, le previsioni sono caratterizzate da un "elevato grado di incertezza", anche se relativamente più bilanciato rispetto allo scorso autunno, perché essenzialmente dipendono dall'andamento del Covid-19.

Come ha notato un alto funzionario Ue, "se arriva una variante resistente ai vaccini", Dio non voglia, "cambia tutto". In secondo luogo, le previsioni non incorporano gli effetti sull'economia di Next Generation Eu, di cui l'Italia è il primo beneficiario, che costituisce, sottolinea la Commissione, "un consistente 'rischio al rialzo' per le prospettive di crescita".

I dati Ue sul 2020 sono meno gravi di quelli del Fmi, che o scorso 26 gennaio aveva attenuato la stima sul crollo 2020 al meno 9,2%, ma anche tagliato in modo più consistente l'attesa sul  recupero 2021 al più 3%. Le ultime previsioni del governo, che tuttavia sono piuttosto datate, risalgono a ottobre con la Nota di aggiornamento al Def, pronosticavano un meno 9% del Pil 2020 e un più 6% nel 2021. 

Alla luce delle nuove stime, nonostante l'Europa resti "nella morsa della pandemia" con la nuova ondata e le varianti che hanno costretto a nuove misure di contenimento, la Commissione Ue vede "luce alla fine del tunnel" grazie all'avvio dei programmi di vaccinazione che "danno motivo per un cauto ottimismo". Bruxelles stima una crescita del +3,8% nel 2021 e 2022, sottolineando che ci si attende di tornare ai livelli pre-pandemia "prima di quanto previsto dalle stime dell' autunno", soprattutto grazie ad uno slancio più forte del previsto nella seconda metà del 2021 e nel 2022. I rischi, anche se "più bilanciati, restano comunque alti"

Ma quanto può influire il Recovery Fund? "In autunno avevamo previsto che il  Recovery fund potrebbe avere un impatto sul Pil del 2% negli anni in cui sarà operativo. Il livello del Pil 2021-2026 potrebbe essere più alto del 3%-3,5% rispetto a uno scenario senza Recovery", risponde il commissario all'economia Paolo Gentiloni