"TRANSIZIONE ECOLOGICA NEL DNA DI CAVIRO"

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"UNA GRANDE occasione per pensare al futuro in maniera organica, senza più metterci delle toppe. Per capire cosa vogliamo diventare, di cosa abbiamo bisogno, con la logica dell’investimento vero, spendere bene i soldi perché ritornino in termini economici e di strategia. Se non l’abbiamo capita stavolta…": Carlo Dalmonte, presidente del gruppo Caviro (coop agricola leader in Italia nel settore vitivinicolo, 27 cantine sociali in 7 regioni, 36.300 ettari di vigna, il 9% di tutta l’uva prodotta nel Paese) è al vertice di una grande impresa che sul concetto di sostenibilità ha scommesso da tempo, in termini strategici e di business. È già al secondo bilancio di sostenibilità, nuova tappa di un percorso intrapreso ormai da decenni: dalla vigna al trasporto del prodotto finito, dall’ottimizzazione degli scarti allo sviluppo di un modello di economia circolare imperniato su una visione completa del concetto di riciclo. Produrre vino, renderlo accessibile a tutte le tasche, valorizzare al massimo il prodotto dei quasi 13.000 soci, e insieme tutelare la dimensione etica, ambientale ed economica. Quindi gli obiettivi strategici del Pnrr (digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica, inclusione sociale) stanno già nel Dna di Caviro. "Fare impresa è sempre una responsabilità, farlo in maniera cooperativa aggiunge qualcosa in più – dice Dalmonte – La sostenibilità è quindi parte integrante della nostra mission aziendale, un impegno che ci vede attivi e convinti protagonisti con la nostra responsabilità ‘certificata’ verso i soci, l’ambiente e la collettività".

Nella direzione della green economy il mondo cooperativo vuole essere protagonista del Pnrr con un grande progetto di sviluppo ‘verde’ di cui Caviro Extra è uno dei capofila assieme a Terre Cevico, Cantine Riunite&Civ, il coordinamento di Enoteca regionale, e altre realtà come Agrintesa, Cantina Forlì Predappio, Cantina di Carpi e Sorbara, Medici Ermete, Enomondo. Il progetto, ‘Legàmi di vite’, che vuole muovere interventi per 120 milioni (di cui oltre 80 sul versante ambientale) "sta dentro l’economia circolare e l’agricoltura 4.0 con la valorizzazione dei sottoprodotti del settore vitivinicolo (circa 67.000 tonnellateanno derivanti dai processi di vinificazione) e la digitalizzazioneefficientamento dei processi aziendali".