Reddito di cittadinanza: più soldi a famiglie numerose, décalage per chi rifiuta il lavoro

Il Consiglio dei ministri prepara una stretta sull'assegno: maggiori controlli sui furbetti e una riduzione dell'assegno per chi dice no alla seconda offerta di lavoro

Una tessera di Reddito di cittadinanza

Una tessera di Reddito di cittadinanza

Roma, 19 ottobre 2021 - Si va verso una riforma del Reddito di cittadinanza. Il tema sarà discusso nel Consiglio dei ministri previsto per oggi pomeriggio (stamattina è in corso la Cabina di regia) che affronterà diverse questioni economiche e sociali.

Cdm e mal di pancia

Una revisione del Reddito di cittadinanza che andrà in senso "restrittivo". Il rifinanziamento del Reddito è stato infatti al centro di alcuni mal di pancia nella maggioranza. Al momento del voto del rifinanziamento del provvedimento, infatti, nell'ultimo Consiglio dei miministri i renziani si sono schierati contro insieme a Lega e Forza Italia.

Le idee in campo

Una situazione politica che, al di là delle opportunità oggettive, costringerà il Governo a una revisione del provvedimento voluto dal primo governo Conte a forte trazione M5S. Aggiustamenti che dovrebbero andare nella direzione di una "stretta anti furbetti del reddito" con decurtazioni dell'assegno per i disoccupati che rifiutano la seconda offerta di lavoro.

Décalage e controlli anti furbetti più serrati

Sul Reddito si starebbe cercando un'intesa che potrebbe passare per una stretta anti-furbetti, mantenendo però l'impianto della misura (e il finanziamento, già previsto a bilancio, di oltre 7 miliardi): i controlli diventerebbero anche preventivi, attraverso l'incrocio delle banche dati, e si introdurrebbe un meccanismo di décalage dell'assegno a partire dalla seconda offerta di lavoro rifiutata da parte dei beneficiari «occupabili», circa un terzo dei percettori dell'assegno.

Reddito, Naspi e ammortizzatori sociali

La revisione del Reddito si accompagnerebbe alla riforma complessiva degli ammortizzatori sociali e delle politiche attive, con un percorso di formazione e reinserimento analogo per i percettori di Rdc, di Naspi o di altri ammortizzatori. La composizione delle cifre a disposizione per i singoli capitoli ancora va limata ma per la sanità ci sarebbero 2 miliardi in più e più fondi arriverebbero anche per la riforma delle carriere nella Pa e il superamento del tetto al salario accessorio.

Serve almeno un miliardo

Per il Reddito di cittadinanza sarà necessario uno sforzo economico del Governo (e non sarà facile convincere Lega, Forza Italia e renziani) per mantenere un assegno medio di 570 euro al mese agli attuali 1,4 milioni di nuclei beneficiari.

Poveri aumentati col Covid

La pandemia ha aumentato il numero dei poveri assoluto che secondo le stime della Caritas sono ormai 5,6 milioni in Italia. Una situazione determinata dalla crisi Covid che, l'attuale ripresa, non sembra in grado di invertire così decisamente nei prossimi mesi. Nel 2021 sono stati necessari 1,4 miliardi di stanziamenti aggiuntivi rispetto ai 7,4 miliardi previsti nella legge di Bilancio 2019, portando la spesa complessiva a 8,8 miliardi. Per l’anno prossimo sono già a bilancio 7,6 miliardi. Cifre che lasciano pensare che per il 2022 sarà necessario il reperimento di circa un miliardo aggiuntivo.

Effetto poltrona

Le forze politiche che maggiormente si oppongono al Reddito ne mettono in evidenza il fattore di disincentivazione alla ricerca del lavoro. Percepire un assegno universale porterebbe molti a non cercare, o rifiutare (mentre si percepisce il Reddito di cittadinanza, le categorie occupabili, ricevono offerte di lavoro) un'occupazione per "restarsene in paniciolle sul divano". Oltre al potenziamento dei controlli, uno degli interventi allo studio del governo è la riduzione dell’aiuto in caso di rifiuto di due offerte di lavoro: un décalage che dovrebbe scoraggiare comportamenti opportunistici e sarebbe destinato a entrare in vigore l’anno prossimo insieme al piano Garanzia di occupabilità dei lavoratori, l’attesa riforma delle politiche attive. Il meccanismo funzionerebbe così: "Rifiuti la seconda offerta di lavoro? Bene ti diminuisco l'assegno del Reddito di cittadinanza.

Condizioni per accettare il lavoro

Oggi occorre innanzitutto che il lavoro offerto a un disoccupato percettore del Reddito di cittadinanza sia in un raggio di 100 chilometri se si tratta della prima offerta e si riceve il beneficio da meno di un anno (250 chilometri se è la seconda offerta o si è percettori da oltre un anno), poi che l’incarico duri almeno tre mesi e che lo stipendio sia superiore a 858 euro al mese. Condizioni che potrebbero cambiare. Ma la riforma potrebbe invece puntare su una rimodulazione dei vari ammortizzatori sociali abbinati al reddito.

Il ruolo dell'assegno unico

Determinante per la rimodulazione delle politiche sociali complessive sarà l’entrata in vigore, a partire dal gennaio 2022, dell’assegno unico per le famiglie. Un provvedimento che dovrebbe dare sostegno maggiore alle famiglie numerose. 

Il nodo extracomunitari

Ma c'è addirittura chi chiede un'estensione del Reddito di cittadinanza. La Caritas ad esempio. "Secondo Caritas - riposta un articolo de Il Fatto Quotidiano pubblicato nelle ultime ore - il 56% delle famiglie in povertà assoluta resta escluso dalla misura. Colpa di parametri di accesso che penalizzano chi risiede al Nord (a parità di componenti e di reddito una famiglia che vive a Milano è più povera di una che sta in provincia di Crotone), chi aveva messo via qualche risparmio (il tetto è di 6mila euro per il capofamiglia più 2mila per ogni componente aggiuntivo) e tutti gli extracomunitari che risiedono in Italia da meno di 10 anni".