OGM E BIOLOGICO: UNA CONVIVENZA DIFFICILE

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NEGLI ultimi anni si è acceso un intenso dibattito, non solo accademico, su come possano convivere ed essere promosse simultaneamente le importanti scoperte ottenute nel campo della biotecnologia in tema di produzioni agricole ed alimentari con l’agricoltura biologica. Si tratta di temi che impattano fortemente sul consumatore specie per la valenza emotiva che determinano. La strategia Farm to Fork della Commissione europea, per esempio, riconosce che le tecniche innovative, compresa la biotecnologia, possono svolgere un ruolo determinante nell’aumentare la sostenibilità. Allo stesso tempo però, la stessa Commissione, promuove l’agricoltura biologica stabilendo che almeno il 25% del terreno agricolo dell’Ue dovrà migrare verso l’agricoltura biologica entro il 2030.

L’attuale quadro giuridico dell’Ue regola molti prodotti derivanti da nuove tecniche di riproduzione vegetale come organismi geneticamente modificati (Ogm), mentre l’agricoltura biologica e la lavorazione di prodotti biologici escludono legalmente l’uso di Ogm. Secondo il regolamento Ue 2018848 la produzione biologica è incompatibile con gli Ogm. Eppure alcuni prodotti alimentari e bevande possono essere prodotti od ottenuti anche grazie ad enzimi o con lievito geneticamente modificato e batteri geneticamente modificati. Il rischio è dunque che i consumatori, senza saperlo o sapendolo in parte, utilizzino prodotti che possono essere realizzati con la tecnologia Ogm. Nonostante sia quindi difficile giustificare una separazione rigida tra biologico, convenzionale e Ogm da un punto di vista scientifico, questa situazione non sembra facilmente risolversi. La maggior parte dei gruppi di interesse dell’Ue e dell’opinione pubblica sembrano preferire una netta divisione tra la produzione biologica e la moderna biotecnologia. Il dibattito resta dunque aperto così come la discussione sull’efficacia di quale scelta intraprendere.

Davide.gaeta@univr.it