Inflazione, crollano i prestiti. Tassi alti e paura di non farcela. Il valore dei mutui cala del 9%

Nei primi quattro mesi dell’anno le famiglie hanno ridotto la richiesta di finanziamenti alle banche L’esperto di econometria della Cattolica: "È solo l’inizio, gli effetti tra un anno. L’immobiliare rallenterà"

Mutui, tassi (foto Dire)

Mutui, tassi (foto Dire)

Milano, 20 maggio 2023 - Nei primi quattro mesi l’importo dei mutui in Lombardia è sceso del 9% rispetto allo stesso periodo di un anno fa. Secondo l’Osservatorio Facile.it-Mutui.it, tra gennaio e aprile il prestito medio richiesto alle banche è sceso a 141.986 euro. "Gli interessi passivi incidono di più con il rialzo dei tassi. A questo si aggiunge un’analisi della pianificazione finanziaria personale che porta a una diminuzione dei valori dei mutui", spiega Andrea Monticini, professore di econometria finanziaria dell’Università Cattolica.

Nuovo scenario

Rispetto a un anno fa , lo scenario è cambiato. La Banca centrale europea ha apportato ritocchi ai tassi, ovvero al costo del denaro in prestito, per cercare di contrastare la crescita dell’inflazione. A parità di importi richiesti, le rate mensili sono diventate più onerose perché al valore del credito da restituire si è aggiunto un costo più alto. L’effetto è stato un calo in tutte le province degli importi dei mutui, alimentato dalla paura di non riuscire più a sostenere l’esposizione finanziaria. "Quando i tassi sono bassi conviene investire chiedendo cifre superiori in prestito perché hanno costi sostenibili – spiega Monticini –. In situazioni come quelle che stiamo attraversando, invece, meglio attingere di più dai propri risparmi limitando la parte di finanziamento".

La Lombardia

La provincia dove l’importo del mutuo è sceso di più nel primo quadrimestre dell’anno è stata Como: -11%. Il prestito medio richiesto ha raggiunto 136.289 euro. Seguono Milano, Varese, Cremona e Mantova con flessioni dell’8%, Bergamo, Brescia e Pavia con valori in calo del 5%.

L’esperto

“La politica monetaria della Bce è finalizzata a ridurre l’inflazione – sottolinea il professore di econometria finanziaria della Cattolica –. Per raggiungere l’obiettivo, la Banca centrale aumenta i tassi di interesse per rallentare il ciclo economico: diminuendo la domanda cerca di calmierare i prezzi". I riflessi – avverte – "si vedranno il prossimo anno perché c’è sempre un ritardo tra la politica monetaria e l’economia reale. Il mercato immobiliare ha rallentato e rallenterà ancora anche a Milano: i prezzi scenderanno". E se in passato il mattone "si è rivelata una scelta strategica per mettere al riparo i risparmi durante i grandi shock inflazionistici" - in particolare contro la perdita del valore del denaro - "non è detto che questa volta sia la soluzione migliore". "I prezzi – sottolinea Monticini – dipendono molto dallo scenario demografico. Purtroppo la demografia è in crisi e l’immigrazione, che dà impulso al mercato della casa, è bassa".