LUCA BALZAROTTI
Economia

Consumi, investimenti, expo: ecco i tre freni alla crescita in Lombardia

L’inflazione si è stabilizzata, ma non basta: gli scenari internazionali rallentano le vendite. L’accesso al credito costa e penalizza i piccoli. Nel 2024 il Pil aumenterà soltanto dell’1,2%

L’agroalimentare è il settore che nel 2023 ha saputo crescere di più in termini di export (+7,1%)

L’agroalimentare è il settore che nel 2023 ha saputo crescere di più in termini di export (+7,1%)

Milano – Per consumi e investimenti sono i dati peggiori degli ultimi quattro anni: +0,8% e +2% le proiezioni a fine 2024 della Cna, la Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa. L’export, reduce da un 2023 a crescita quasi zero (+0,8%), resta fortemente condizionato dagli scenari di guerra tra Russia e Ucraina e dal conflitto in Medio-Oriente. E il rallentamento dell’inflazione (+1% a fronte del +8,8% del 2023) - l’unica buona notizia insieme alla crescita del numero di imprese attive nel primo trimestre (+1.600 a marzo rispetto a fine dicembre) - non basta per far correre l’economia di una regione che, stando alle ultime previsioni, vedrà un prodotto interno lordo (Pil) solo in leggero aumento (+1,2%). L’ultimo aggiornamento del centro studi della Cna fa filtrare più ombre che luci. Sul fronte dei consumi, penalizzati dalla perdita del potere d’acquisto delle famiglie bersagliate da un biennio di rincari, il crollo del 2020 provocato dal Covid (-10,6%) era stato compensato da un rimbalzo significativo alimentato dalle misure post-emergenza pandemica. Ora non resta che un tesoretto da difendere: +1,3% rispetto al 2019.

La frenata sul fronte degli investimenti è testimoniata dal +2% previsto per il 2024, il trend più basso dal 2020. A condizionare la crescita a rilento dell’economia regionale sta contribuendo anche lo stop dell’export. Le vendite di beni e servizi sui mercati internazionali hanno visto aumentare agroalimentare (+7,1%), meccanica (+5,8%) e sistema moda (+4,1%), ma i risultati positivi di questi settori sono stati quasi annullati dal calo di metallurgia (-7%), chimica gomma-plastica (-4,8%) e sistema-casa (-1,4%). A livello provinciale Monza Brianza (+7,4%), Sondrio (+7,2%) e Lodi (+5,4%) sono stati i territori che hanno maggiormente beneficiato del trend dei settori in salute, seguiti da Varese (+3,7%), Bergamo (+3,4%) e Milano (+3,3%). Pavia (+0,6%) e Lecco (+0%) non sono cresciute, mentre Mantova (-10,8%), Brescia (-7%), Cremona (-6%) e Como (-1,7%) hanno perso.

Le imprese hanno sofferto ovunque la difficoltà di accesso al credito, che nel 2023 è sceso del 4,5% in Lombardia (-9,8% la flessione per le piccole aziende). A febbraio, il tasso medio di interesse applicato ai prestiti fino a un milione ha raggiunto il 5,81% (+1,42 punti in un anno); per gli importi superiori il costo del denaro è stato del 5% (+1,96 punti). Tutte le province hanno perso liquidità: Varese (-10,9%), Sondrio (-10,4%), Brescia (-10,3%), Pavia (-8,5%), Bergamo (-8,5%), Como (-8,4%), Lodi (-6,8%), Lecco (-5,9%), Cremona (-5,8%) hanno sofferto di più. Solo Monza e Brianza (-3,2%), Milano (-1,7%) e Mantova (-1,1%) hanno contenuto i tagli.