Corneliani, il gioiello torna a brillare: risanamento e nuove assunzioni

Mantova, dal fallimento alla rinascita con l’impegno dello Stato. Largo ad altri 30 dipendenti

Il ministro Giancarlo Giorgetti in azienda

Il ministro Giancarlo Giorgetti in azienda

Mantova - Il gioiello mantovano Corneliani, iconico brand della moda maschile, rimonta la china e - dopo durissimi anni di crisi - può dirsi salvo e in grado di tornare ad assumere. Maestranze, stilisti, impiegati possono tirare un sospiro di sollievo con 14 mesi di anticipo sui piani di ristrutturazione. Prima della tempesta che ha rischiato di travolgerla, Corneliani era un’azienda familiare dal solido passato, 400 dipendenti, negozi in tutti i templi internazionali del lusso e un fatturato che viaggiava oltre i 100 milioni di euro (negli anni record si erano sfiorati i 120). Il 6 novembre 2019, i nodi finanziari che minano la solidità dell’azienda vengono al pettine.

La prima ricetta è di tagli repentini: 130 esuberi e prospettive fosche. Ad aggravare una situazione già critica, nella quale si cerca di salvare il sito produtivo di Mantova e la maggior quota possibile di occupazione, arriva la ‘gelata’ del Covid. A evitare il tracollo c vari fattori: la resistenza delle maestranze in gran parte femminili che per 50 giorni di mobilitazioni in piena estate si oppongono a un concordato senza condizioni. Ad essa viene incontro l’intervento decisivo dello Stato, all’indomani dell’uscita definitiva della famiglia dalla società. Al tavolo aperto al ministero dello Sviluppo economico prende forma un salvataggio che prevede un finanziamento per 10 milioni di euro delle casse pubbliche. Accanto al capitale statale di Invitalia arrivano 8 milioni del privato Investcorp. Nasce una newco con lo Stato al 49% e i privati al 51% e inizia la ripresa. Cassa integrazione e altri ammortizzatori erano previsti fino al 2024 ma un accordo del 28 ottobre firmato dai sindacati e dall’amministratore delegato Giorgio Brandazza anticipa i tempi: il risanamento può dirsi concluso, l’azienda si impegna ad assumere 30 nuovi dipendenti e sull’altro piato della bilancia c’è l’aumento di produzione del 10%. In via Panizza, alle porte di Mantova, dove si trova lo stabilimento, c’è chi commenta che dopo mezzo secolo di vita, l’azienda adesso possa aspirare a compierne cento.

«La storia di Corneliani è un nuovo modello industriale – commenta Michele Orezzi, segretario mantovano della Filctem Cgil, uno dei protagonisti delle trattative – il capitale pubblico è stato decisivo. Ma a conti fatti l’operazione è stata un ottimo investimento per tutti: per lo Stato che risparmia sugli ammortizzatori sociali, per i dipendenti che hanno creduto nell’azienda, per chi ha investito e per tutto il territorio mantovano". Le cifre confermano un bilancio in attivo: dopo anni in salita, Corneliani punta per il prossimo futuro a tornare ai 100 milioni di fatturato pre-Covid, e magari a superarli.