Blocco licenziamenti, nuova proroga: lavoratori 'salvi' fino al 31 dicembre

Rinnovata la cassa integrazione Covid per terziario, artigianato, tessile, abbigliamento e pelletteria

Un'azienda tessile

Un'azienda tessile

Blocco dei licenziamenti, la 'protezione' scade il 31 ottobre. Anzi no, resta fino al 31 dicembre. La questione riguarda i lavoratori di terziario, artigianato, piccole imprese e tre comparti industriali: tessile, abbigliamento e pelletteria. Per loro, infatti, il blocco dei licenziamenti sarebbe dovuto scadere il 31 ottobre, così come lo scorso 30 giugno era scaduto per i circa 4 miloni di lavoratori dipendenti dei comparti edilizia e industria.

Nel Decreto Fiscale dello scorso 21 ottobre, però, il Governo ha prorogato la cassa integrazione Covid e, di fatto, anche il blocco dei licenziamenti. Fino al 31 dicembre, infatti, i datori di lavoro potranno utilizzare ancora la cassa Covid (senza contributi addizionali): per un massimo di 13 settimane per le piccole imprese del terziario, commercio e artigiani, per un massimo di 9 settimane nei comparti tessile-abbigliamento-pelletteria. Ovviamente, se utilizzeranno l'ammortizzatore sociale non potranno licenziare (a meno di accordi collettivi con i sindacati, o casi limite come cessazione dell'attività e fallimento). 

La decisione del Governo va letta come una sorte di 'moratoria' per affrontare questo periodo ancora caratterizzato dall'onda lugna della crisi Covid, utilizzando lo schema e gli strumenti che dal febbraio 2020 ad oggi hanno tutto sommato permesso di reggerne l'impatto economico-sociale. Rimandando alla fine dell'anno, con la legge di Bilanco 2022 e la riforma complessiva degli amortizzatori sociali, l'uscita dalla fase emergenziale.