Alessandro Borghese: "Servono umiltà ed educazione, ai giovani il lavoro lo insegno io"

L'appello dello chef: datevi tempo per imparare da persone e aziende, non passate da un posto all'altro

Alessandro Borghese

Alessandro Borghese

"Il nuovo lusso è il tempo. I ragazzi di oggi hanno voglia di godersi il tempo libero, di vedere la fidanzata, di andare in palestra. Necessitano di altri spazi, è una generazione che vive la ristorazione in modo diverso rispetto a come l'abbiamo vissuta e la viviamo tutt'oggi noi che oggi abbiamo 45-50 anni. Purtroppo però quando lavori in un ristorante la situazione non può essere diversa". Alessandro Borghese, chef di fama internazionale e fra le "gastro star" televisive più seguite lancia un appello: "Non cerco personale super qualificato, preferisco qualcuno meno esperto ma che abbia umiltà, educazione e voglia di fare. Di insegnare il lavoro in cucina mi occupo io, quello che i ragazzi che si presentano qui devono portare è la voglia di lavorare e imparare".

Già, perché la pandemia ha cambiato gli equilibri in maniera determinante anche nel mondo della ristorazione. Dove spesso si fatica a trovare forze fresche che abbiano intenzione di impegnarsi in modo serio. E quindi i ristoratori, anche i volti più noti come Alessandro Borghese, si trovano a dover fare i conti con una situazione del tutto inedita. "Prima tenevo i miei ristoranti aperti sette giorni su sette a pranzo e a cena - racconta lo chef -, oggi non posso più farlo.  I margini economici sulla ristorazione non sono alti, devi trovare quel punto di equilibrio e quindi per arrivarci decidi di chiudere qualche ora al giorno".

La motivazione non è solo la congiuntura economica. Sono anche molti i giovani che si buttano nell'avventura della ristorazione sperando di diventare subito star televisive. "Nell’ideale comune le gastro star, fra le quali metto anche me, hanno fatto sembrare il mondo pieno di luccichii, ma la realtà è che si lavora tanto - spiega Borghese -. Nelle cucine la vita è frenetica, adrenalinica, si lavora il sabato, la domenica, nei giorni festivi. Il nostro è anche uno stress fisico. Ma l'impegno determina anche quello che ognuno vuole essere e fare nella vita". Quella di Alessandro Borghese non vuole essere una critica, ma una sorta di lezione, di insegnamento a chi vuole entrare nel mondo della ristorazione: "Consiglio ai giovani di non mollare. Di solito le prime domande che mi vengono fatte ai colloqui sono "Quanto mi dai? Quanti giorni liberi avrò?". In realtà bisogna darsi un periodo per imparare da un'azienda e dalle persone. Saltare da un posto all’altro determina spesso un fallimento, perché il tutto e subito non esiste in nessun luogo di lavoro. Spesso non c’è la pazienza, non si dice “investo un anno della mia vita qua”. Cosa che invece bisogna fare".