La mossa di Mogol: "Riaprire tutto al 100%"

Il paroliere e presidente Siae lancia una petizione per aumentare la capienza di teatri, cinema, spazi da concerto. "Come in tutta Europa"

Giulio Rapetti Mogol

Giulio Rapetti Mogol

Milano, 26 settembre 2021 -  Come fosse una delle sue più celebri canzoni, appena pronta è già un successo. "’Ho lanciato la petizione venerdì sera e siamo già a settemila firmatari", dice Giulio Rapetti Mogol. In veste di presidente della Siae chiede al governo di aumentare la capienza di teatri, cinema e spazi per la musica dal vivo. "Giusto contrastare la diffusione del Covid – precisa – Non bisogna ammalarsi, ma il rischio di morire sani è molto reale. Il mondo della cultura è allo stremo. Giusto farlo ripartire con mascherine e Green pass, come concesso a bar e ristoranti". Se ne parlerà a Monza, l’8 e il 9 ottobre, nel corso di Dietro le quinte , l’evento dei giornali del Gruppo Monrif, con la Siae fra i protagonisti.

Quanto è grave la situazione? "Molto. I mancati incassi della nostra associazione sono lo specchio delle difficoltà di autori, interpreti, editori. In altri Paesi europei le attività sono riprese a pieno regime, da noi no".

Mogol, su cosa si è concentrato in questo anno e mezzo? "Sto lavorando a un progetto in ambito sanitario, sulla prevenzione primaria. Non basta fare ricerca per curare le patologie, occorre imparare a conoscere ciò che nuoce alla nostra salute e ciò che ci assicura benefici".

Da cosa partire? "Il mio progetto prevede di aprire un centro, La Rinascita, all’interno del Cet, la scuola per interpreti e cantanti che ho creato ad Avigliano, in Umbria. L’obiettivo è arrivare a offrire screening per la prevenzione dei tumori e corsi per la difesa della salute. Il tutto col coordinamento di un comitato scientifico diretto da Antonio Mistretta, dell’Università di Catania. Si insegnerà a conoscere il proprio corpo e anche l’ambiente che ci circonda e che trascuriamo".

Condivide la battaglia di Greta Thunberg? "Sì, assolutamente. Non possiamo negare un futuro ai ragazzi di oggi. E poi quella per l’ambiente è sempre stata una mia battaglia. Lo testimoniano le mie canzoni".

Per esempio? "Ne La canzone del sole la frase “o mare nero, o mare nero, o mare ne“ denunciava l’inquinamento da petrolio dei nostri mari: l’avevo visto coi miei occhi durante un viaggio in Grecia. Fuggire via da te Brianza velenosa ricordava invece il disastro di Seveso. Per me, cresciuto pescando i gamberi d’acqua dolce nei ruscelli e facendo il bagno nel Ticino, ritrovare i luoghi dell’infaia deturpati è dolore vero".

In quel brano scritto per Lucio Battisti c’è anche una critica alle ideologie. "In particolare a quelle che, estremizzate, avevano portato alla lotta armata. Dicevano che non fossi ben visto dall’estrema sinistra, so che ho rischiato la pelle. Però in un covo delle Brigate rosse c’era l’intera discografia di Battisti-Mogol..."

Scrive ancora canzoni? "Soprattutto per gli allievi del Cet. In trent’anni ne ho avuti tremila. Vorrei far sentire le canzoni di quelli più bravi in tv. Chiederò alla Rai un programma in tre serate. Credo che tutto questo lungo lavoro vada premiato. E poi una canzone nel cassetto è una canzone che non esiste".

Lei ne ha? "Molte. Tutte recenti, però".

I suoi testi hanno fatto vendere 523 milioni di dischi. Con quale artista le piacerebbe tornare a lavorare? "Con Riccardo Cocciante, che ho risentito di recente. Un grande autore. Con lui ho vinto un Sanremo. Il brano era Se stiamo insieme , scritto a Parigi. Capimmo che sarebbe stato un successo facendolo ascoltare a Mario Lavezzi: si era commosso".

Chi le piace dei giovani? "Gianmarco Carroccio. Dicono che l’abbia cercato perché il sosia di Battisti, ma è lui che ha cercato me. Sale sul palco con l’orchestra, uno spettacolo straordinario. E il brano più applaudito è Anima latina ".

Il più moderno dei pezzi di Battisti. "È un brano di musica contemporanea. Il più popolare insieme a Mission di Ennio Morricone. È il Battisti che amo di più. Lo incoraggiavo spesso a scrivere brani strumentali. Una volta disse: lo faccio, ma tu scrivi almeno i titoli. Ed è nato Amore e non amore ".

Pensa mai a Lucio? "Spessissimo. E sono convinto che ci rincontreremo, in una dimensione diversa. C’è vita oltre la vita".

Il dopo le fa paura? "Tre anni fa, quando mi sono operato al cuore ho accettato il mio destino. Un atto di fede, che porta fortuna".

Ha compiuto 85 anni: un bilancio fin qui? "Sono un uomo felice e ringrazio il Signore tutti i giorni. Sono stato fortunato e anche assistito".

Da chi, esattamente? "Dall’Arcangelo Gabriele. Me lo diceva sempre mia mamma".