Luca Argentero torna al teatro Manzoni di Milano con un monologo

“È questa la vita che sognavo da bambino?“ Racconta dei suoi eroi Luigi Malabrocca, Walter Bonatti e Alberto Tomba

Luca Argentero

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Argentero, come è stato il ritorno a teatro? "Emozionante. Ho fatto qualche data questa estate, i primi recuperi. È bello ritrovare tante persone, nonostante le regole assurde. Lo spettacolo dal vivo continua a pagare una certa diffidenza".

Ha l’impressione che il settore sia stato penalizzato? "Sicuramente. Hanno proprio trascurato il tema, reputando la cultura di minor conto. Mi aspettavo un atteggiamento diverso. Ci vedo anche poco ragionamento. Siamo circondati da stadi pieni e piazze gremite per i comizi. E poi invece un luogo sicuro e controllato come il teatro viene ancora ostacolato. Che poi per le tante piccole realtà vuol dire non poter riaprire".

Cosa si risponde alla domanda del titolo? "La mia vita è senza dubbio migliore di quella che sognavo. Non mi sarei mai immaginato un’esistenza così densa di avventure e di stimoli. Compiuti 40 anni sul palco mi sono proprio domandato: come ho fatto ad arrivare a tutto questo? E allora ho pensato di farne uno spettacolo, condividendo i percorsi di tre personaggi che mi hanno suggestionato da bambino e che credo simboleggino bene il coraggio che serve per fare le scelte meno convenzionali".

Perché tre sportivi? "Sono sempre stato affascinato da quel mondo. In particolare la montagna è una metafora perfetta dell’impresa eroica, di quel che ci vuole per raggiungere un obiettivo. Non c’è motivo di scalare 8000 metri, in mezzo c’è da affrontare pure una fatica enorme e alla fine è difficile che qualcuno ti dia una pacca sulla spalla. Però lo fai. E anche Malabrocca e Tomba raccontano molto di un certo entusiasmo per la vita".

Quanto incide la fortuna?

"Quella c’è sempre. Anche sulla parete, il chiodo si può staccare, può travolgerti una slavina. Ma senza il coraggio iniziale non arriva nulla".

 In che momento si è sentito coraggioso? "Credo che la scelta iniziale sia quella da cui poi è derivato tutto il resto. Ero un ragazzetto di Torino laureato in Economia e Commercio e ho dovuto dire ai miei genitori che avrei fatto altro. Non erano molto sereni. Anche se oggi, vista come è andata, sono felici quanto me".

Ha trovato nuovi eroi sportivi questa estate? "Le Olimpiadi sono il mio grande sogno di bambino. E non essendoci limiti di età, non mi precludo nessuna partecipazione futura… ".