
Bises Tutto è nato quando si è spento il centenario prozio Gianni, il fratello di mio Nonno, che ha sempre...
BisesTutto è nato quando si è spento il centenario prozio Gianni, il fratello di mio Nonno, che ha sempre vissuto nello stesso palazzo cambiando al massimo pianerottolo e conservava documenti e fotografie di famiglia. A casa sua hanno ritrovato l’album datato 1912 con le immagini del pomposo funerale di suo nonno, classe 1842. Il feretro su un cocchio trainato da bellissimi cavalli, l’enorme stendardo sulla facciata della Chiesa di Santa Maria del Suffragio di cui era fabbriciere, centinaia di persone con cappelli e pagliette che formavano il corteo dalla casa di Corso XXII marzo alla tomba del Cimitero Monumentale. Ma chi era, e che lavoro svolgeva per ricevere questo sontuoso trattamento post mortem? C’è solo un luogo dove poter scandagliare la storia di Milano e dei milanesi: l’Archivio di Stato. Nel barocco palazzo di via Senato ricostruito in parte dopo i bombardamenti del ’43 sono conservate le tracce più varie del racconto di questa città.
Atti notarili e giudiziari, testamenti, atti d’impresa e progettazione, contratti di lavoro e di committenze artistiche. In totale sono 50 chilometri di documenti potendo così ricomporre più puzzle, dai nostri alberi genealogici ai resoconti degli ambasciatori del Ducato che scrivevano le ultime novità a Ludovico Il Moro. Tra queste anche la notizia che circolava a Venezia che gli spagnoli avessero trovato “certe insule”, così riporta al Duca nel 1493 Taddeo da Vimercate la scoperta dell’America. Tra i faldoni però si conservano tante altre meraviglie: la firma olografa di Leonardo da Vinci nel contratto per la Vergine delle Rocce (1483), i sigilli in piombo di Francesco I di Francia, lo stemmario cremosano (1674) con tutti gli stemmi di tutte le casate lombarde, il testamento a disegni dell’artista Luca Riva (1624), i progetti di Gio Ponti per la casa di campagna della famiglia Christofle (1926). Il trisnonno è stato messo da parte di fronte a questo riepilogo della storia, ma io e l’Archivio di Stato ci stiamo lavorando!