L'arte, il cinema e lo spettacolo ripartono da Monza

Per due giorni, il gruppo Monrif ha fatto incontrare e discutere il mondo della cultura allo scopo di scrivere un punto d'inizio per la ripartenza

"Dietro le quinte", l'evento del gruppo Monrif a favore della ripartenza dello spettacolo

"Dietro le quinte", l'evento del gruppo Monrif a favore della ripartenza dello spettacolo

Un mondo fermo da quasi da anno non riparte improvvisamente. La sofferenza del teatro, del cinema, dell'arte, della musica live causata dalla pandemia ha bisogno di cure innovative e ricette inedite. Venerdì e sabato, alla Villa Reale di Monza, artisti, produttori e addetti ai lavori si sono incontrati per scrivere un punto d'inizio. L’evento, organizzato dal gruppo Monrif, si è chiamato “Dietro le quinte”.

LA QUESTIONE TEATRALE

"Sette teatri nazionali non possono assolvere da soli il compito di distribuire la cultura in tutto il Paese. Bisogna ripartire dai territori, dalle città d'arte e dai borghi: lì il teatro diventa il luogo dove la comunità si rispecchia". Stefano Scherini è tra i fondatori di Unita, associazione che rappresenta 1.500 attori abbandonati e dimenticati durante la pandemia.

Loro come tutti i lavoratori di quei luoghi che, parole dell'attore e regista Fabrizio Gifuni, «sono piazze aperte sulla città, dove l'umanità rivede se stessa». Perché “diciamocelo chiaramente: il teatro in streaming andrebbe chiamato televisione. Anzi, pessima televisione”, chiarisce Gianmarco Longoni, fondatore di Show Bees e direttore del teatro Arcimboldi di Milano.

E «attenzione a pensare che tutto debba tornare come prima». Perché «i problemi già c'erano, il Covid ha soltanto accelerato la loro esplosione», aggiunge Scherini. Quello che c’è bisogno, e lo ha detto a gran voce l’attrice Francesca Cavallin, “è un contratto di lavoro nazionale e un minimo salariale. La legge deve intervenire”.

CONCERTI LIVE

Nel settore della musica dal vivo, la riapertura da parte del Governo c'è stata, ma le regole cambiano a seconda di dove si svolge l'evento: 100 per cento per sale da concerto, 75 per gli stadi, 60 per i palazzetti. E i produttori non ci stanno: “Chi decide forse non è mai andato un concerto o vede la musica solo da lontano. Diteci quando si potrà riaprire dappertutto. Oggi abbiamo superato l'80 per cento di vaccinati, ancora non basta?”.

Roberto De Luca, di Live Nation è chiaro: «Non c'è nessun altro settore come la musica live che ha seguito le regole in modo così preciso e rigido. Siamo disposti a investire in nuove misure di sicurezza. Ma vogliamo una data certa per ripartire al 100% negli stadi, nei palazzetti, ovunque».

Per oltre 375mila operatori del comparto live, il lavoro si è azzerato per oltre un anno. E non è rimasto margine economico e sociale per grossi compromessi. “Per noi la musica è l’unico linguaggio universale in grado di far tornare il sorriso dopo tutte queste morti dovute alla pandemia. Vogliamo smettere di sopravvivere. Vogliamo vivere. E in sicurezza si può fare”, concluse Luca Montebugnoli di VivaTicket.

TUTTI CONTRO LO STREAMING?

Per molti attori del cinema e dello spettacolo c'è una contrapposizione tra la ripresa dei set e la sopravvivenza di attori e maestranze e le piattaforme come Netflix e Prime Video. L'attrice Francesca Cavallin, rappresentate di Unita, ha detto che “Durante la pandemia, Netflix è passata da 152 milioni di utenti a 204 milioni, con un aumento del 34%. Amazon Prime da 75 milioni a 150 milioni: una crescita de l100%. Di quei ricavi, noi attori, esecutori e interpreti, non abbiamo visto nulla”.

A rispondere, c'era il fondatore e CEO della piattaforma Chili, Giorgio Tacchia: «La mia piattaforma di streaming, redistribuisce il 97 per cento di quello che arriva dal cliente. Le piattaforme e il cinema devono convivere. Possiamo costruire prodotti e linguaggi nuovi. Non sono il nemico. Parliamoci”. Per Tacchia, l'aumento della domanda è un'opportunità per tutti.

Per il regista Ivan Cotroneo, l'esperienza del cinema, come del teatro, dev'essere trasmessa ai giovani. E l'intervento dello Stato e delle Regioni è fondamentale: "Dobbiamo fare vedere più film ai ragazzi. In tutta Europa esistono sconti al cinema e a teatro per i più giovani: dobbiamo cominciare anche qui. È importante educare i nostri figli all'audiovisivo e alla recitazione".