Zone e colori, oggi si cambia: ecco tutte le regioni a rischio

Mezza Italia rischia di tingersi di arancione, Fontana: noi siamo da zona gialla. Ma la parola finale spetta al monitoraggio

Folla sui navigli a Milano

Folla sui navigli a Milano

Milano, 19 febbraio 2021 –  L'Italia si prepara a tingersi di arancione. Oggi è il giorno dell'atteso monitoraggio dell'Istituto Superiore di Sanità: la Lombardia è tra le regioni su cui pende la spada di Damocle dei dati Covid. Il rischio di una retrocessione in arancione è all'orizzonte anche se ieri sera il governatore Attilio Fontana si è detto convinto che la regione abbia i numeri per restare in fascia gialla (dove è approdata l'1 febbraio, dopo il lockdown per errore legato agli ormai noti dari sbagliati).

Fontana non è il solo ad aver ribadito di avere le carte in regola per la permanenza in giallo: sulla stessa linea anche i governatori di Lazio, Friuli Venezia Giulia e Piemonte. L'Rt di queste regioni sarebbe infatti sotto la fatidica soglia di 1. Come detto dallo stesso numero uno del Pirellone, però, la certezza della collocazione cromatica si avrà solo oggi, dati alla mano. In fibrillazione anche Emilia-Romagna e Marche e Basilicata. Se c'è chi teme e spera, diverso sembra il destino dell'Abruzzo: la regione, dopo la stretta in provincia di Pescara e Chieti (con ordinanze ad hoc) rischia concretamente sprofondare in zona rossa. Ombre ma anche luci: la Valle d'Aosta, potrebbe agguantare per prima la chimera della zona bianca. Per approdare nella zona a rischio più basso di quelle previste dalle norme anti-Covid la regione dovrà però confermare per terza settimana consecutiva l'incidenza di meno di 50 persone positive su 100 mila abitanti.

Ieri in Italia i nuovi casi erano 13.762, con 347 vittime, con un tasso di positività in aumento per il secondo giorno consecutivo (giovedì al 4,8%). A preoccupare sono anche le varianti. Non manca, va detto, qualche segnale confortante: l'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), ha riferito che a livello nazionale continua a registrarsi un numero delle terapie intensive occupate da pazienti Covid. Si tratta del 23%, 7 punti sotto la soglia critica del 30%. In controtendenza, però, i dati dell'Umbria dove il 59% dei posti in terapia intensiva è occupato da pazienti Covid..