Walter Bonatti: la montagna, le imprese e l'amore con Rossana. Una docufiction su Rai 1

A dieci anni dalla scomparsa, un omaggio alla leggenda dell'alpinismo: appuntamento in prima serata il 12 settembre

Walter Bonatti

Walter Bonatti

Walter Bonatti nacque il 22 giugno 1930 a Bergamo. Il primo contatto con la roccia avvenne quando aveva 16 anni sul Nibbio ai Piani Resinelli alle falde della Grigna Meridionale. La prima grande impresa fu nel 1949 ripetendo la “Via Cassin” sulla Nord delle Grandes Jorasses. Nel 1951 aprì una via nuova sul Grand Capucin sul Monte Bianco. Assieme a Roberto Bignami ecco la vittoria della parete Nord dell’Aiquille Noire del Peterey. Con Carlo Mauri fu sul Bianco, il Cervino e sul Torrione Zocca in Val Masino. Nel 1954 fece parte della spedizione italiana al K2 guidata da Ardito Desio. Fu determinante il suo apporto alla vittoria, anche se non gli fu riconosciuto e gli furono rivolte anche delle pesanti accuse. Ma fu lui a trasportare a 8mila metri con uno sforzo immane le bombole di ossigeno che Compagnoni e Lacedelli utilizzarono per l'ultimo balzo vittorioso verso la vetta.  Da questo momento cominciò la sua grande polemica contro Ardito Desio. Solo dopo l’inzio degli anni Sessanta diffonderà ufficialmente la sua versione dei fatti. Prima non aveva potuto perché prima della partenza per il K2 aveva firmato un contratto che gli impediva di parlare della spedizione.

Nel 1955 scalò in solitaria il pilastro sud-ovest del Petit Dru (Monte Bianco), impresa che lo rese celebre in tutto il mondo. Con Carlo Mauri, in una spedizione guidata da Cassin, vinse nel 1958 il Gasherbrum IV (poco meno di 8mila metri), nel Karakorum, senza ossigeno. Impresa che lo ripagò dei torti subiti per il K2. La loro via è tuttora irripetuta.

Nel 1961 lo scalatore bergamasco provó a giungere in cima al Pilone Centrale del Freney, mai domato prima: una tormenta di neve lo blocca a meno di cento metri dal termine, e quattro suoi compagni di cordata trovarono la morte. Nell'agosto del 1964, invece, per la prima volta scaló la parete nord della Punta Whymper, una delle Grandes Jorasses; poco dopo concluse la propria carriera sulle Alpi aprendo una via in solitaria invernale in cinque giorni sulla parete nord del Cervino: con una sola impresa, quindi, riuscí a compiere la prima ascesa della parete in solitaria, ad aprire una nuova via e a compiere la prima ascesa invernale. L'exploit sul Cervino gli permise di ottenere dalla Presidenza della Repubblica una Medaglia d'Oro.

Ritiratosi dall’alpinismo estremo, Bonatti si dedicò all’esplorazione, viaggiando nei luoghi più sperduti dell’Africa del Sud America, dell’Australia e dell’Antartide.  Dopo aver visitato le sorgenti del Rio delle Amazzoni, Bonatti conobbe l’attrice Rosanna Podestà e dopo un lungo rapporto epistolare i due andarono vivere insieme in un casale contadino a Dubino in Valtellina: una bella relazione durata trent’anni. Bonatti morì dieci anni fa, a 81 anni, Rossana due anni dopo. A 10 anni dalla sua scomparsa, il 12 settembre, la storia del re della Alpi e del suo grande amore con Rossana, arrivano in prima tv su Rai 1 nella docufiction evento "Sul tetto del mondo - Walter Bonatti e Rossana Podestà", diretta da Stefano Vicario, figlio della donn.