Voglia di casa, caccia grossa nelle città ma a Foppolo più del 94% vuote

La Lombardia si colloca tra le regioni con il minor tasso di abitazioni non occupate, sotto al 24%

Casa in affitto

Casa in affitto

Milano, 5 febbraio 2023 -  Case vuote nelle zone più periferiche e nelle località ad alta vocazione turistica, mentre sulle grandi città resta la forte pressione di domanda abitativa che impatta anche sui prezzi. La mappatura delle abitazioni non occupate in modo continuativo, messa a punto da Openpolis sulla base dei dati Istat, rimanda uno spaccato che racconta le conseguenze delle dinamiche demografiche e socioeconomiche del territorio. A livello nazionale, va detto che la Lombardia è tra le regioni con la minore incidenza di abitazioni non occupate, con una media del 23,70 per cento (in Valle d’Aosta, al primo posto, la percentuale è del 56,73%) per un totale di 1,3 milioni di case vuote su circa 5,8 milioni.

Proprio in Lombardia, però, si trova la provincia che, a livello italiano, ha la quota maggiore di abitazioni non utilizzate continuativamente, ovvero quella di Sondrio, che detiene il primato nazionale con l’incidenza del 57 per cento. Dall’analisi dei numeri emerge che sono, in generale, le zone più lontane dai grandi centri e le aree interne (montagna, valli) quelle con la maggiore presenza di case non utilizzate, segno e conseguenza del progressivo spopolamento di questi territori dove incidono la carenza di opportunità lavorative, l’assenza di servizi per le famiglie (sono gli stessi territori senza, ad esempio, i nidi), il calo demografico.

Entrando nel dettaglio delle singole province lombarde, la pianura spicca per il maggior tasso di occupazione delle case con un primato a livello nazionale, insieme al Nord della Toscana e all’hinterland di Roma e Napoli. A Milano, ad esempio, le case sfitte sono solo il 13 per cento del totale; a Monza circa il 17%; Lodi, Mantova e Cremona viaggiano attorno al 21. Con Varese e Pavia si sale rispettivamente al 25% e al 27%; mentre Bergamo e Brescia hanno la media del 30% (una casa su 3) non utilizzata in modo continuativo.

A seguire Como e Lecco, con il 32% ed il 35% fino ad arrivare al record di Sondrio. Ci sono però forti differenze, all’interno di ogni provincia, tra i centri polo e quelli periferici e ultra-periferici, ovvero le zone che distano più di 40 o 75 minuti dalla città polo. Dove ci sono, questi comuni hanno una forte incidenza di case vuote: si va da una media del 73% delle aree ultra-periferiche di Bergamo al 55,4% di Como al 64,25% di Brescia fino al 75,78% di Sondrio.

Eppure non sono solo queste aree a registrare lo spopolamento. Tra i comuni con più abitazioni non usate in modo continuativo ce ne molti a vocazione turistica, dove i proprietari utilizzano le case per affitti brevi. Spicca in questo senso il lago di Garda dove chi vuole acquistare casa o prenderla in affitto fatica a trovare soluzioni sostenibili: Tremosine del Garda ha il 74,56% di abitazioni non occupate, Manerba il 63,67%, Gargnano il 61,47%, Sirmione il 56,33%. Tra le località di montagna, Livigno ha un’incidenza del 60,45% di case vuote, Ponte di Legno addirittura l’86,53%.