STEFANO ZANETTE
Cronaca

Valvitalia, la sfida dei nuovi mercati: "C’è un futuro anche oltre il gas"

Salvatore Ruggeri al vertice del gruppo pavese di valvole per impianti estrattivi: pronti su idrogeno e nucleare

Il presidente Salvatore Ruggeri e l’ad Andrea Forzi nella sede di Rivanazzano

Il presidente Salvatore Ruggeri e l’ad Andrea Forzi nella sede di Rivanazzano

Rivanazzano Terme (Pavia) – «Il nostro core business è essenzialmente il gas, ma abbiamo anche prodotti per l’idrogeno, per le centrali nucleari di nuova generazione, oltre che per la cattura della Co2. E poi gli impianti antincendio". Salvatore Ruggeri, presidente e fondatore di Valvitalia, dalla sede a Rivanazzano Terme, traccia il quadro dell’attività del Gruppo. In un mercato in crescita, in un mondo in evoluzione. Nell’ultimo bilancio Valvitalia - dal marzo del 2023, Cdp Equity rappresenta l’azionista di maggioranza al 75%, mentre la Famiglia Ruggeri partecipa al 25% del Gruppo attraverso la holding Finvalv - ha registrato ricavi per 181 milioni di euro, in aumento del 36% sull’anno precedente.

Prospettive di ulteriore crescita?

"Il massimo lo avevamo raggiunto negli anni 2014-2015, avevamo fatto 400 milioni, poi è arrivato il Covid, il calo del prezzo del petrolio, quindi le sanzioni contro la Russia, insomma ne sono successe di tutte, ma il mercato rimane sempre molto attivo. Adesso stiamo risalendo la china, abbiamo un ottimo portafoglio ordini, che per me è il termometro migliore. Abbiamo fatto un piano realistico, nel giro di pochi anni arriveremo almeno a 300 milioni".

Dalla fondazione di Valvitalia nel 2002 il mondo dell’energia è cambiato molto, con quali ripercussioni per chi lavora soprattutto per impianti di combustibili fossili?

"Tutti vogliamo un ambiente più pulito e le fonti rinnovabili sono il futuro. Ma la transizione energetica non può essere immediata. Ancora oggi il 40% dell’energia generata nel mondo è fatta col carbone, in Italia abbiamo 6 centrali a carbone attive a pieno regime. Anche il gas metano continuerà a sostenere per molti anni la domanda energetica, nonché la produzione di idrogeno. Noi facciamo una serie di prodotti, complementari tra di loro, come la valvola a sfera, il raccordo forgiato, i giunti isolanti, che vanno a fare gli impianti che vengono costruiti in giro per il mondo essenzialmente per l’estrazione, il trattamento e il trasporto del gas, questo è il nostro core business. Lavoriamo in 113 Paesi, abbiamo 8 stabilimenti, di cui 5 in Italia".

Il presente è ancora il gas, ma il futuro?

"Fino al 2050 non abbiamo alcun dubbio sul fatto che quello che facciamo noi continueremo a farlo, in particolare per quanto riguarda il gas. Ma, pensando a un futuro più sostenibile, facciamo anche le valvole e i raccordi per immagazzinare la Co2, per impianti che consentono di trattenere l’anidride carbonica. E oltre che per l’idrogeno, siamo pronti anche per le centrali nucleari di nuova generazione. In Slovacchia abbiamo anche realizzato l’impianto antincendio per una centrale nucleare".

Dal 2014 siete anche nel settore antincendio, con quali prospettive?

"Con l’antincendio adesso realizziamo 30 milioni, ma potremmo crescere in modo molto significativo. E con i nostri sistemi antincendio automatici, brevettati, ad esempio per le lunghe gallerie, si salvano le vite delle persone".