Covid, in Lombardia soldi ai medici che fanno più vaccini

Accordo fra medici di famiglia e Regione: 1.500 euro di bonus se sarà raggiunta una copertura vaccinale pari al 20% degli assistiti

Vaccino Covid (foto Foto Gianluca Moggi / New Press Photo)

Vaccino Covid (foto Foto Gianluca Moggi / New Press Photo)

Milano, 8 gennio 2021 - Dopo i confronti dei giorni scorsi, è stato siglato in Lombardia l'accordo fra i medici di famiglia e la Regione per la somministrazione dei vaccini anti Covid. I camici bianchi di base avranno un ruolo significativo nell'immunizzazione della popolazione generale a partire dalle prossime settimane, con la disponibilità del vaccino Moderna.

Fra i punti salienti dell'accordo, la possibilità di procedere con le somministrazioni non necessariamente negli studi medici, ma anche e soprattutto in strutture esterne in collaborazione con enti locali, Ats e cooperative della medicina generale presenti sul territorio e la previsione di un sistema di premi che scattano al raggiungimento di obiettivi di copertura. Missione vaccinare il più possibile e in maniera efficiente i lombardi. In pratica, a partire da quando il medico assicura una copertura vaccinale pari al 20% degli assistiti (in particolare fragili e cronici) vengono riconosciute "delle aree di risultato economico", una sorta di incentivi. E' questo uno degli aspetti previsti nel testo dell'accordo firmato oggi con le rappresentanze sindacali dei medici di famiglia. Le Ats definiranno al più presto un accordo aziendale che contenga i dettagli, dalle tempistiche alle risorse. La premialità è stata definita indicativamente intorno a 1.500 euro al raggiungimento del primo livello di risultato.

"La Regione prevede che, su un totale di 18 milioni di inoculi del vaccino, 5 milioni siano fatti dai medici di famiglia entro fine ottobre", precisa Paola Pedrini, segretario regionale di Fimmg Lombardia. Si seguirà il tipo di organizzazione impiegata quest'anno per la vaccinazione anti-influenzale.L'accordo prevede che l'Ats monitori l'andamento della campagna vaccinale attraverso un confronto (con cadenza almeno quindicinale) con il Comitato Aziendale, comunicando i risultati ed eventuali criticità alla Direzione Generale Welfare. Con cadenza mensile invece l'Ats e il Comitato Aziendale definiranno il programma vaccinale, verificando le necessità rispetto all'apporto dei medici di medicina generale. "Ogni singola Ats siglerà un accordo con i sindacati su base provinciale, ricalcando l'accordo regionale".

È stato inoltre previsto un fondo regionale di 1,5 milioni di euro per aumentare del 20% le ore del personale di studio che si occuperà delle vaccinazioni e delle chiamate dei pazienti, ed è previsto in un secondo momento anche il recupero dei non responder, cioè di chi non ha risposto alla prima chiamata o è scettico, con un lavoro di counseling. Il medico di medicina generale potrà anche avvalersi delle cooperative dei medici di famiglia operanti sul territorio regionale per le fasi di reclutamento, recupero dei non responder oltre che in quelle relative all'organizzazione dell'accesso.