Attanasio e Iacovacci uccisi nello scontro a fuoco: non fu un'esecuzione

I primi riscontri delle autopsie sui corpi dell'ambasciatore e del carabiniere morti in Congo

Attacco in Congo, morti Luca Attanasio e Vittorio Iacovacci

Attacco in Congo, morti Luca Attanasio e Vittorio Iacovacci

Roma, 24 febbraio 2021 - La morte in Congo di Luca Attanasio e Vittorio Iacovacci non sarebbe stata un'esecuzione a sangue freddo. L'ambasciatore e il carabiniere uccisi due giorni fa  sono stati colpiti da due proiettili ciascuno, nello scontro a fuoco tra i loro assalitori e i ranger congolesi, intervenuti in soccorso nella foresta di Virunga. Sono i primi risultati delle autopsie eseguite al Policlinico Gemelli di Roma sui corpi dell'ambasciatore e del carabiniere. I primi risultati autoptici avvalorano dunque l'ipotesi di un tentativo di sequestro finito male - e non di un attacco mirato ad uccidere - mandato all'aria dall'arrivo inatteso dei ranger. 

Ma non chiariscono ancora da quali armi siano partiti i colpi. In sostanza non è ancora chiaro se i due italiani siano rimasti o meno vittime del fuoco amico. Attanasio è stato ferito all'addome, i colpi hanno trapassato il corpo da sinistra a destra, senza tuttavia lasciare residui bellici: sono stati infatti individuati sia i fori di entrata che quelli di uscita. Il diplomatico è morto un'ora dopo all'ospedale della missione Onu Monusco di Goma. Iacovacci, che invece è morto sul posto, è stato raggiunto prima da uno sparo nella zona del fianco, poi da un secondo colpo che ha toccato prima l'avambraccio, fratturandolo, per poi fermarsi alla base del collo.

L'informativa di Di Maio

Il convoglio del Pam su cui viaggiavano l'ambasciatore nella Repubblica democratica del Congo Luca Attanasio e il carabiniere Vittorio Iacovacci è stato attaccato "la mattina del 22 febbraio, tra le 10 e le 11 locali", da "sei uomini dotati di armi leggere, verosimilmente presso Kibumba, a circa 25 km da Goma, nel governatorato di Kivu Nord, mentre percorreva la strada N2 in direzione di Rutshuru". Lo ha detto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio in un'informativa urgente alla Camera. "In base alle prime ricostruzioni, che devono essere sottoposte al vaglio degli inquirenti, la prima autovettura del convoglio del Pam, su cui viaggiavano le vittime, sarebbe stata oggetto di colpi d'arma da fuoco" alle 10:15 "all'altezza del villaggio di Kanya Mahoro, nei pressi di una località chiamata 'Tre antenne'", ha aggiunto Di Maio.  "Il Governatore del Nord Kivu", ha aggiunto il ministro, "ha confermato che i sei assalitori, dopo aver sparato colpi in aria e avere bloccato il convoglio, hanno ordinato ai passeggeri di scendere dai veicoli. Il rumore degli spari ha allertato i soldati delle Forze Armate congolesi e i ranger del parco Virunga che, trovandosi a meno di un chilometro di distanza, si sono diretti verso il luogo dell`evento". "Il governatore", ha spiegato ancora Di Maio, "ha aggiunto che per costringere le loro vittime a lasciare la strada ed entrare nella boscaglia, gli assalitori hanno ucciso l`autista del Pam".

Gli accertamenti dei Ros

"Sulla dinamica dell'agguato" che ha portato alla mote dell'ambasciatore italiano nella Repubblica democratica del Congo Luca Attanasio e del carabiniere Vittorio Iacovacci, "sono in corso accertamenti anche da parte della Procura della Repubblica di Roma". "Una squadra dei nostri carabinieri del Ros, su delega della Procura, si è già recata a Goma per una prima missione investigativa. Mi risulta che ne seguiranno altre", ha detto oggi il ministro degli Esteri Luigi Di Maio riferendo alla Camera sui tragici eventi in Congo. - "Ai nostri caduti" nella Repubblica democratica del Congo "dobbiamo prima di tutto la verità". "Ma il miglior modo di onorare la memoria dell`ambasciatore Luca Attanasio e del carabiniere Vittorio Iacovacci è continuare a rafforzare la nostra attenzione politica nei confronti del continente africano, nella quale Luca credeva fortemente, con passione e dedizione", ha insistito Di Maio, ricorando che Attanasio "all`Africa aveva dedicato gran parte della sua carriera diplomatica, e anche il suo personale impegno a sostegno dei più deboli, con le attività di volontariato promosse attraverso l`ong Mama Sofia fondata proprio a Kinshasa dalla moglie Zakia".

L'appello all'Onu

"L`Italia - dichiara Osvaldo Napoli, deputato di Cambiamo e componente commissione Esteri.- si ritrova a piangere due fedeli servitori dello Stato e il Parlamento commemora le loro vite spezzate dall`aggressione vigliacca di uomini armati. Ai familiari di Luca Attanasio e Vittorio Iacovacci esprimo la mia vicinanza e la mia solidarie. Bene ha fatto il governo italiano a chiedere l`immediata attivazione del Segretario generale dell`Onu, Antonio Guterres, per accertare la dinamica esatta dei fatti, l`identità degli aggressori e le eventuali omissioni sui protocolli di sicurezza. Non ho elementi per giudicare se il livello di sicurezza della nostra ambasciata in Congo fosse adeguato o meno. Su questo sarà probabilmente il Copasir, attraverso le opportune audizioni, a fornire elementi sufficienti per un giudizio più appropriato".

L'attacco di Fdi sulle procedure

Su quanto accaduto nella Repubblica democratica del Congo - afferma il senatore di Fratelli d'Italia Adolfo Urso  - occorre accertare le responsabilità per cambiare le procedure. C'è bisogno di porre attenzione alla nostra rete diplomatica perché in Congo la nostra ambasciata ha pochi addetti alla sicurezza e pochi diplomatici". Lo afferma il senatore di Fratelli d'Italia Adolfo Urso nel suo intervento in discussione sull'informativa del ministro degli Esteri Di Maio.  "Fratelli d'Italia - sottolinea Urso - si unisce all'unanime cordoglio per la scomparsa di due fulgidi esempi di servitori dello Stato, l'ambasciatore Attanasio e il carabiniere Iacovacci, ma oltre al cordoglio serve un cambio di passo nella nostra politica estera. L'Italia è il terzo investitore in Africa e il primo nel settore energetico, serve un maggior coinvolgimento della Ue nel continente africano e serve anche di rettificare la rotta nella politica della Farnesina".  "Troppi sono gli interessi che gravitano nella regione del Congo - conclude Urso - per poter pensare di non intervenire anche nella struttura delle missioni Onu, troppo dispendiose e senza che negli ultimi 20 anni abbiano raggiunto risultati concreti. Serve quindi una maggiore incisività anche in questa direzione, investire maggiormente nella sicurezza delle nostre legazioni all'estero e soprattutto far sentire maggiormente la voce dell'Italia a livello internazionale".