Svolta nell'omicidio di Faenza, indagato l'ex marito della vittima

L'accusa per Claudio Nanni è di omicidio in concorso. Perquisite l'abitazione e l'officina dell'uomo che avrebbe commissionato il delitto

Ilenia Fabbri

Ilenia Fabbri

E' indagato per omicidio pluriaggravato in concorso con persona ignota Claudio Nanni, l'ex marito di Ilenia Fabbri, trovata sgozzata all'alba del 6 febbraio nel suo appartamento di Faenza, in provincia di Ravenna. La polizia starebbe ipotizzando un omicidio su commissione e sarebbe ora sulle tracce di un uomo descritto da una testimone come "molto alto, ben piazzato, con spalle grosse e vestito di scuro"

LE PERQUISIZIONI

Su disposizione della Procura di Ravenna, sono scattate perquisizioni della polizia a carico di Claudio Nanni, l'ex marito della 46enne Ilenia Fabbri trovata morta sabato scorso nella sua abitazione di Faenza, nel Ravennate. Le verifiche, oltre che la residenza dell'uomo, riguardano la sua auto-officina sempre a Faenza.

LE MODALITÀ DELL'OMICIDIO

La donna è stata trovata sgozzata nel suo appartamento la mattina di sabato 6 febbraio 2021. Nessun segno di effrazione nella casa né furto di oggetti e nemmeno arredi messi a soqquadro. Ma il garage, all'arrivo della prima volante della Polizia, era aperto. Inoltre il delitto, tabulati alla mano, si è consumato in meno di 10 minuti. I primi risultati dell'autopsia hanno confermato che a uccidere la donna è stato un taglio praticato da dietro sulla parte sinistra del collo che ha reciso vene e arteria.

LE ULTIME GRIDA DI ILENIA AL KILLER

Molto alto, ben piazzato, con spalle grosse e vestito di scuro. Ecco il parziale identikit a cui la polizia sta lavorando per risolvere il giallo di Ilenia Fabbri, la 46enne trovata sgozzata poco prima dell'alba di sabato nel suo appartamento di Faenza (Ravenna). La descrizione, come riportato da alcuni quotidiani, è stata fornita dall'amica della figlia che quella notte si trovava nell'appartamento e che alle 6.06, temendo l'intrusione di un ladro, ha lanciato l'allarme chiamando l'amica uscita da poco per recarsi assieme al padre, ed ex marito della vittima, a una concessionaria di Milano.

La giovane testimone avrebbe prima sentito queste parole dalla vittima: «Chi sei? Cosa vuoi?», seguite dalle sue grida. Quindi, prima di barricarsi in stanza, la giovane si è affacciata vedendo un uomo di spalle giù per le scale: si tratta di una persona che non aveva mai visto prima e che in quel momento stava inseguendo la vittima o la stava spingendo giù. La giovane ha sentito alcuni tonfi, poi le urla della donna sono cessate.

LE IPOTESI SULL'ARMA DEL DELITTO

Ematomi su una spalla e la fronte fanno pensare agli esiti di rovinose cadute oppure a una suola di scarpa: come se l'assassino avesse voluto tenere ferma la vittima a terra per finirla. Si ipotizza che l'arma del delitto possa essere un coltello in ceramica lama piatta recuperato nel vano cucina dove la donna è stata trovata morta. Per confermarlo, occorrerà l'esito finale dell'autopsia eseguita domenica su incarico del Pm Angela Scorza. Ma non è escluso che il killer abbia cercato di aggredire la vittima già dalla camera da letto al piano superiore con altri modi, compreso lo strangolamento. Il fatto che non siano state trovate impronte fa pensare all'uso di guanti, rafforzando l'ipotesi di un delitto compiuto da un sicario su commissione.