E' morto Stefano D'Orazio, l'addio dei Pooh: "Nostro amico per sempre"/ VIDEO

Aveva 72 anni, malato da tempo, è stato ricoverato per Covid. I funerali si terranno lunedì all'aperto per consentire a tutti di dargli l'ultimo saluto. Con Roby Facchinetti aveva scritto una canzone per Bergamo, flagellata dalla pandemia

E' morto Stefano d'Orazio, storico batterista dei Pooh (Barbaglia)

E' morto Stefano d'Orazio, storico batterista dei Pooh (Barbaglia)

Bergamo, 7 novembre 2020 - È morto a 72 anni Stefano D’Orazio, storico batterista dei Pooh. "Ho perso una parte di me stessa, Stefano era la mia forza, il mio sorriso, mi mancherà tutto di lui", ha detto la moglie Tiziana Giardoni. Il musicista è mancato venerdì sera, presso la struttura Columbus del Policlinico Gemelli di Roma, dove era ricoverato da una settimana. D'Orazio era in via di guarigione da una patologia che stava curando da circa un anno e al lavoro su alcuni progetti che gli stavano molto a cuore, quando è risultato positivo al Covid che ha compromesso irrimediabilmente il suo stato di salute.

I funerali si terranno lunedì a Roma, sua città natale. I dettagli della cerimonia funebre non sono ancora stati annunciati, ma si sta studiando la possibilità di tenerla all'aperto, nel rispetto delle norme anti-covid, per consentire a tutti di dargli l'ultimo saluto.

La notizia della scomparsa è stata annunciata ieri sera su Twitter dall’amico Bobo Craxi ed è stata subito confermata da Roby Facchinetti su Facebook: "Stefano ci ha lasciato! Due ore fa... era ricoverato da una settimana e per rispetto non ne avevamo mai parlato... oggi pomeriggio, dopo giorni di paura, sembrava che la situazione stesse migliorando... poi, stasera, la terribile notizia. Abbiamo perso un fratello, un compagno di vita, il testimone di momenti importanti, ma soprattutto, tutti noi, abbiamo perso una persona per bene, onesta prima di tutto con se stessa. Preghiamo per lui. Ciao Stefano, nostro amico per sempre", si legge nel post firmato insieme agli altri componenti del gruppo, Roby Facchinetti, Red Canzian, Dodi Battaglia, Riccardo Fogli.

"Ho scritto la notizia di getto, come se fosse un messaggio in una bottiglia – ha detto Bobo Craxi, questa mattina, in un'intervista a Rtl - Stefano era un uomo molto preciso, sia nel suo lavoro di batterista che nella vita. Era un uomo di una educazione e di un garbo straordinari. Pur avendo ricevuto tanto dalla vita, a un certo punto ha voluto prendere uno spazio per sé, vivendo sempre e comunque una vita intensa. Voleva anche liberarsi da alcuni cliché, tenendo sempre presente di essere un Pooh. La sua indole era quella di scrivere, e ha unito la sua passione letteraria a quella musicale, rimanendo sempre inchiodato al suo talento, all'organizzare la vita degli altri. Negli ultimi anni ha sofferto ma è anche stato accompagnato da una grande donna che gli ha dato tanta vita. Stefano aveva un canestro di buone parole per tutti".  

Red Canzian e  Stefano d'Orazio
Red Canzian e Stefano d'Orazio

Appena la notizia della scomparsa è iniziata a girare, i social network si sono riempiti di messaggi di cordoglio e di ricordi. Colleghi, amici e fan hanno scritto parole d'affetto per il battersita, spesso accompagante da fotografie o cuoricini. C'è molta incredulità e tristezza. 

D’Orazio era nato a Roma il 12 settembre del 1948 ed era malato da tempo, ma le sue condizioni si sono aggravate a causa del Coronavirus e, per questo, si trovava ricoverato. È stato strumentista, autore, scrittore e membro dei Pooh per quasi 40 anni, dal 1971 al 2009, e tra il 2015 e il 2016. Mesi fa, in piena pandemia, aveva scritto con Facchinetti ‘Rinascerò rinascerai’, dedicata a Bergamo. "Aveva scritto un testo toccante, di speranza, che voleva rendere universale. Era molto contento di poter dare una mano, non gli sembrava di aver fatto una cosa retorica, si teneva sempre abbastanza lontano dalla retorica. In lui e nei Pooh c'è sempre stato un elemento di generosità. Amava i Pooh, amava questo gruppo, amava un rapporto durato quarant'anni. Era certamente un volto familiare per milioni d'italiani", racconta Craxi.