L’inverno della siccità: riserve dimezzate. "Non date per scontata l’acqua dei rubinetti"

Il Lario a -80%, Po a -61% In Lombardia, il manto nevoso, pur superiore al 2022, si attesta attorno al 59% della media storica; più che dimezzate le riserve idriche (-52,7%)

Il fiume Po in secca nella zona di Parma (Ansa)

Il fiume Po in secca nella zona di Parma (Ansa)

Come nel 2022 , forse peggio. La siccità attanaglia già, a fine inverno, la Lombardia. Il Po ridotto all’ombra di se stesso e la falda sempre più bassa. Ormai da un anno il tanto temuto "climate change" non è più argomento di dotti simposi, ma è entrato nelle conversazioni di ognuno di noi. Secondo Coldiretti occorrerebbero almeno 55 giorni di pioggia ininterrotta per riuscire a ristabilire il livello di laghi e fiumi.

Il l Lario è a -8,1 centimetri sotto lo zero idrometrico e manca più dell’80% dell’acqua, quello di Iseo è a -8,3 centimetri e il riempimento non supera il 15%, stanno un po’ meglio il Garda e il Maggiore ma anche loro sono vuoti per i due terzi. Il distretto idrografico del Fiume Po, quello dell’Appennino settentrionale e quello dell’Appennino centrale hanno dichiarato lo stato di severità idrica "media". Preoccupante anche la carenza di neve, con il 53% in meno sull’arco alpino, e in particolare il bacino del Po, con un deficit del 61%.

Tanto da spingere Legambiente a lanciare un appello al Governo per chiedere di ridurre subito i prelievi d’acqua limitando gli sprechi. La situazione la sintetizza l’Anbi, associazione dei bacini idrici. In Lombardia, il manto nevoso, pur superiore al 2022, si attesta attorno al 59% della media storica; sono più che dimezzate le riserve idriche (-52,7%), ormai ai livelli di un anno fa.

"Non date per scontata – avvisano – l’acqua dei rubinetti". Per raccontare questa emergenza Il Giorno ha iniziato un viaggio nelle terre lombarde, dando voce a chi vive da vicino il cambiamento climatico.