Sex roulette, l’ultima folle sfida sui social: festini a base di sesso non protetto. Perde chi resta incinta

Arriva anche in Italia la challenge che spesso culmina con una gravidanza indesiderata e il conseguente aborto. Allarme nel Bresciano

sesso tra giovani

sesso tra giovani

Dopo i vodka party nelle scuole, le planking challenge, la moda di sdraiarsi a terra, in strada o sui binari, e il bus surfing con giovanissimi che si attaccano ai mezzi in corsa (come successo anche nel Lodigiano e nel Milanese), l’ultima folle sfida che dilaga sui social tra giovanissimi si chiama sex roulette, parafrasando l’azzardo della potenzialmente letale roulette russa. In questo caso i partecipanti, maschi e femmine, spesso giovanissimi, fanno sesso a turno col volto coperto e senza alcuna protezione. Perde chi resta incinta, in pratica sempre una ragazza. E spesso il gioco si conclude con un aborto.

Sex roulette, cos’è

L’obiettivo di chi si cimenta nella folle sfida della sex roulette  è provare a non “incappare” in una gravidanza, facendo sesso senza protezioni e contraccettivi con partner sempre diversi, talvolta sconosciuti e quasi sempre col volto travisato. Nessuna delle partecipanti ha però intenzione di tenere i bambini, per questo chi “perde” sa già di voler ricorrere all’aborto, ma spesso non considera le implicazioni fisiche e psicologiche che questo comporta.

Cosa rischia chi perde

La gravidanza indesiderata non è l’unico rischio che corrono le giovanissime che decidono di cimentarsi nella sex roulette. I partecipanti di entrambi i sessi possono infatti contrarre malattie sessualmente trasmissibili come l’Aids, ma anche la gonorrea e la sifilide. Al di là dei pericoli per la salute, è grande il rischio di stress e traumi anche a lungo termine per i partecipanti, spesso giovanissimi. Senza contare che dietro la challenge potrebbe celarsi l’ipotesi di adescamento di minori o di sextorsion, ricatti sessuali in cambio di denaro. Ma gli esperti mettono in guardia anche sui rischi di revenge porn, stalking e persino istigazione al suicidio

Le varianti “trappola”

Per rendere ancora più adrenalinica la già folle sfida, all’estero sarebbero già sorte delle varianti “trappola”. Una di queste prevede che tra i partecipanti ci sia una persona sieropositiva. In questo caso anche i partecipanti maschi possono perdere, rischiando appunto di contrarre l’Hiv. E poiché nessuno conosce l’identità dei partecipanti, non si sa nemmeno chi sia affetto dall’Aids.

Allarme nel Bresciano

L’ultima sfida estrema sarebbe nata tra i ricchi miliardari annoiati di Belgrado, poi approdata prima in Spagna e nel Regno Unito, fino ad arrivare in Italia. In Lombardia, secondo quanto si apprende, su episodi di questo tipo sta indagando la Procura di Brescia, dipartimento Soggetti deboli, che ha competenza distrettuale anche sulle province di Bergamo, Cremona e Mantova. A lanciare l’allarme, nel corso di un incontro su cyberbullismo, sono stati Alessio Bernardi, pm di Brescia e sostituto procuratore per il Dipartimento Soggetti Deboli, nonché referente antiviolenza nell'ambito della Rete contro la violenza sulle donne, e Cesare Marini, tecnico informatico che collabora da 25 anni con le procure ordinarie e minorili di tutta Italia.