Vaccini anti-Covid in Lombardia: la quarta dose non decolla

Poche adesioni per il secondo richiamo booster rivolto a over 80, ospiti delle Rsa e categorie a rischio: la media non supera il 10%

Il vaccino Covid

Il vaccino Covid

Brescia - Non decollano le adesioni alla campagna vaccinale per la quarta dose contro Covid. La seconda dose booster è destinata non a tutta la popolazione, ma solo a quella più a rischio, ovvero le persone che abbiano compiuto o superato gli 80 anni di età, gli ospiti delle Rsa e coloro i quali siano inseriti nelle categorie a rischio e abbiano un’età compresa tra i 60 e i 79 anni. "La copertura è molto bassa – spiega il direttore generale di Ats Brescia, Claudio Sileo – siamo al 10% tra gli over 80 in media. Vero è che nel 90% che manca vanno conteggiati coloro che magari sono risultati positivi o lo sono stati e non possono fare la vaccinazione perché non sono ancora trascorsi i 120 giorni dalla prima dose di richiamo. Tuttavia, vediamo che ovunque l’adesione è bassa e questo è preoccupante".

Nel Bresciano , ad esempio, secondo i dati forniti dall’assessorato al Welfare di Regione Lombardia, complessivamente (tra Ats Brescia e Ats Val Camonica) risultano 15.902 somministrazioni, a fronte di una platea che è dieci volte tanto. La percentuale di copertura è la stessa a livello regionale e nazionale; in valori assoluti, in Lombardia, è Milano la provincia con più quarte dosi (43.588), seguita da Brescia e Varese (14.279). Se il numero di vaccinazioni viene rapportato all’intera popolazione, la percentuale di copertura scende drasticamente. Secondo i dati del sito di Regione Lombardia sulle vaccinazioni, la copertura è del 3% a Bergamo, Milano, Brescia, Varese e Monza, 7% Como e Sondrio, 6% Cremona e Pavia, 4% a Lecco e Mantova, 2% a Lodi. Difficile imputare la scarsa adesione al rifiuto ‘tout-court’ del vaccino.

Il focus, tuttavia, resta sui più fragili, ovvero over-80 e over 60 immunocompromessi. "Non stiamo parlando di no-vax – sottolinea Sileo – visto che hanno per le terze dosi la copertura è stata molto ampia". A livello regionale, infatti, l’84% della popolazione vaccinabile risulta aver fatto la terza dose, con Bergamo, Pavia, Sondrio tra le province più virtuose (rispettivamente 84%, 83% Pavia e Sondrio). "Credo che il motivo principale sia legato al fatto che molti aspettano il nuovo vaccino per le varianti. Tuttavia, è un errore considerare la quarta dose come un ‘jolly’, che non si vuole ‘bruciare’ in attesa della campagna vaccinale che ci sarà in autunno. Il virus c’è, sta circolando ancora, ora fa meno paura, ma il dato di fatto è che non si riescono ad azzerare le ospedalizzazioni".

Nel Bresciano , ad esempio, gli Spedali Civili contano 110 ricoverati con 6 persone in terapia intensiva. I casi sono 400-500 al giorno, numeri che nel 2020 spaventavano, mentre oggi sembra quasi essersi abituati. "I rischi, oggi, sono minori – precisa Sileo – perché la maggior parte ha almeno 3 dosi di vaccino, ma il virus circola. Ogni giorno ricoveriamo 15-20 persone negli ospedali, per cui non è calato il sipario. Chi finisce in ospedale è soprattutto anziano o immunocompromesso. Abbiamo il vaccino, approvato da Ema e Aifa: usiamolo".