A quasi quattro mesi dal suo arresto, uscirà dal carcere l'ex europarlamentare del Pd Pier Antonio Panzeri. Lo ha reso noto il suo avvocato Laurent Kennes, anticipando che Panzeri, arrestato con l'accusa di corruzione e riciclaggio di denaro nell'ambito del cosiddetto Qatargate, andrà ai domiciliari con l'obbligo di braccialetto elettronico, non in Italia, ma nell'appartamento in cui risiede in Belgio, come deciso dalla Camera di Consiglio di Bruxelles.
A fine gennaio, la Corte d'Appello di Brescia aveva revocato la misura degli arresti domiciliari per la figlia di Panzeri, Silvia, e per la moglie Maria Dolores Colleoni. L'ex eurodeputato socialista, ritenuto l'anima dello scandalo di corruzione in seno al Parlamento europeo e detenuto dal 9 dicembre scorso nell'ambito dell'inchiesta belga sul Qatargate, a gennaio si era pentito, patteggiando con la giustizia un anno effettivo di reclusione che scatterà a processo concluso. Il politico dovrebbe uscire dalla prigione di Saint-Gilles nelle prossime ore per fare rientro nella sua abitazione a pochi passi dal quartiere europeo, nella parte nord-orientale di Bruxelles, dove resterà almeno per i prossimi due mesi, in attesa di un nuovo riesame della misura cautelare e di un processo che resta ancora lontano.
La decisione, arrivata a sorpresa, potrebbe aprire un varco nel buio del carcere anche per l'ex vicepresidente del Parlamento europeo, Eva Kaili, l'unica ancora detenuta - dallo scorso 9 dicembre come lo stesso Panzeri – al pari dell'eurodeputato Marc Tarabella, e in attesa di nuovo giudizio giovedì 13 aprile.
Il 17 gennaio scorso Panzeri aderì ad un memorandum con il procuratore Michel Claise, diventando di fatto il secondo pentito nella storia del Belgio. Un'intesa resa possibile da una legge di ispirazione tutta italiana capace di imprimere nuovo slancio alle indagini, con l'assicurazione di una piena collaborazione da parte di Panzeri in cambio di una pena ridotta a un anno di reclusione, una multa di 80mila euro e la confisca di tutti i beni acquisiti - stimati in un milione di euro - con il denaro ricavato dalle mazzette ricevute da Doha e Rabat, compresi quei 600mila euro cash ritrovati nella sua casa belga.
Da quel giorno i faccia a faccia di Panzeri con gli inquirenti si sono susseguiti facendo emergere nuovi elementi capaci di cambiare la sorte degli altri imputati e anche di portare all'arresto del collega italiano Andrea Cozzolino, ai domiciliari a Napoli, e del belga Tarabella.