Nuovo Decreto Covid, cosa cambia fino al 30 aprile: scuole, ristoranti e spostamenti

Tra le novità più importanti il ritorno in classe anche in zona rossa e una verifica a metà mese per la riapertura di bar e ristoranti. Oggi Draghi vede le regioni

Nuovo decreto Covid

Nuovo decreto Covid

Roma, 29 marzo - La settimana di Pasqua si apre con il Governo impegnato su due fronti nella lotta al Covid: mettere a punto il nuovo decreto legge con le misure che saranno in vigore dal 7 aprile e studiare le prossime mosse per dare una forte spinta alla campagna vaccinale in modo da raggiungere 500mila somministrazioni al giorno, visto che la prossima settimana arriveranno quasi tre milioni di dosi. Il presidente del Consiglio Mario Draghi vuole fare presto e bene per frenare il contagio e far ripartire l'economia: solo ieri il bollettino Covid ha fatto registrare 19.611 nuovi positivi e 297 morti in 24 ore. Intanto oggi più di mezza Italia si sveglia in zona rossa, con Calabria, Toscana e Valle d'Aosta che si aggiungono alle 8 regioni e alla provincia di Trento. Unica promossa in fascia arancione è il Lazio. Mentre la Lombardia dopo aver visto sfumare il miraggio di un allentamento delle misure anti contagio dovrà aspettare prima il monitoraggio dell'Iss di venerdì 9 aprile, poi, se i dati saranno buoni, da lunedì 12 aprile potrebbe aspirare a tornare in arancione .

 

Decreto 7 aprile: ecco novità e divieti

Il testo del nuovo decreto dovrebbe essere pronto mercoledì, ma già ci sono alcuni punti fermi: fino al 30 aprile, data in cui scadrà lo stato d'emergenza (che sarà rinnovato), nessuna regione o provincia tornerà in zona gialla. Sono infatti previste solo fasce con maggiori restrizioni: rosse o arancioni. Data la durata e l'entità delle restrizioni, non è escluso che il decreto preveda una verifica della situazione epidemiologica a metà aprile, per valutare l'eventuale allentamento di alcune restrizioni. Si pensa, in particolare a bar e i ristoranti, che potrebbero aprire a pranzo, ma anche al ritorno in classe per gli studenti delle superiori. Il decreto dunque rinnoverà di fatto tutte le misure attualmente in vigore: cancellazione della zona gialla, niente visite a parenti e amici in zona rossa, spostamenti ancora vietati tra le regioni, chiusi bar, ristoranti, cinema, teatri, musei, piscine e palestre. La novità più importante è quella che riguarda le scuole: si tornerà in presenza fino alla prima media anche in zona rossa, come era previsto nel precedente decreto, mentre nelle zone arancioni saranno in classe tutti gli studenti fino alla terza media e al 50% quelli delle superiori. Quanto alle seconde case, si potranno sempre raggiungere anche in zona rossa, purché siano di proprietà o con un affitto precedente al 14 gennaio e non vi siano ordinanze dei presidenti di regione che ne vietano l'uso ai non residenti.

Obbligo vaccinazione medici e scudo penale

Il nuovo decreto dovrebbe contenere anche importanti novità per il personale sanitario, tra queste l'obbligo di vaccinarsi per medici e infermieri a contatto con il pubblico e lo 'scudo penale' per chi somministra le dosi limitando la punibilità ai soli casi di colpa grave. Dovrebbe essere previsto nel decreto anche l'ampliamento degli indennizzi per chi subisce lesioni permanenti in seguito alla vaccinazione

Vaccini: in arrivo 3 milioni di dosi

Il vertice tra Draghi, i ministri Speranza e Gelmini, il commissario per l'emergenza Francesco Figliuolo, il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio e le Regioni servirà a ribadire le priorità indicate dal piano vaccinazione nazionale e a mettere a punto le mosse per i prossimi giorni, seguendo la strategia del doppio binario: hub e punti vaccinali nelle città, postazioni mobili per raggiungere in maniera capillare i paesi e le zone più isolate. Con l'arrivo di oltre un milione di dosi di Pfizer, oltre 500mila di Moderna e 1,3 milioni di Astrazeneca, i territori avranno i vaccini  necessari per far decollare la campagna. In caso di necessità il governo è pronto ad intervenire per supportare l'azione delle regioni con militari  e volontari. 

Regioni: assegnare le dosi in base alla popolazione

Che sarà un vertice ad alta tensione è facile supporlo fin dalle polemiche della vigilia. Mentre si allenta la tensione tra governo e regioni (risentite dopo la strigliata di Draghi su ritardi e disuguaglianze nella campagna vaccinale) crescono le aspettative dei governatori che intendono chiedere una redistribuzione delle dosi in base alla popolazione. Ma non è tutto. Dopo il monito del presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini "C'è bisogno di stingere i bulloni" arriva anche la strigliata al collega campano Vincenzo De Luca per la fuga in avanti con la prenotazione dello Sputnik prima del via libera di Ema e Aifa. Una decisione contro la quale si è schierato anche il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri. "Nessuna regione italiana può acquistare vaccini senza l'autorizzazione di Ema o Aifa - ha attaccato Bonaccini -. Se una Regione acquistasse da sola, credo che il generale Figliuolo chiederebbe che i sieri in arrivo vengano suddivisi per tutti gli italiani. Siamo una nazione, non venti piccole patrie".