FRANCESCO BONADUCE
Cronaca

Lombardia terra fragile, da gennaio 32 frane: "A rischio vita e lavoro"

Frontalieri esasperati, collegamenti impossibili

Il crollo di un muro ha bloccato il traffico ad Argegno (Cusa)

Milano, 12 settembre 2017 - La terra cede. Un fenomeno che non dà tregua alla Lombardia. L’ultimo episodio due giorni fa: ad Argegno, sul lago di Como, un muro di contenimento è crollato sulla statale Regina e ha investito una automobilista. Per fortuna senza gravi conseguenze. In Val Chiavenna, il 23 agosto, quattro milioni di metri cubi di fango si sono staccati dal Pizzo Cengalo e sono colati a valle. Otto dispersi in Svizzera, le cui ricerche, senza esito, sono ormai interrotte. Le principali vie di comunicazione di confine sono ancora bloccate. Da inizio 2017 sono decine i casi di terreni che franano, strade che si spezzano, rocce che si staccano. Quando va bene i collegamenti vengono interrotti per qualche ora; altre volte c’è chi ci rimette la vita. Come il 68enne motociclista svizzero travolto a marzo dalla frana sul Lago Maggiore, versante piemontese. Da un paio d’anni si lavorava per la messa in sicurezza di quel tratto della statale 34.

Secondo un rapporto del 2016 di Legambiente, sono 176 i comuni lombardi a rischio frana su un totale di 1.544. L’11,4%. Le zone più esposte sono quelle montuose, su tutte la provincia di Sondrio. «L’innesco di una frana è quasi sempre l’acqua» spiega il presidente dell’ordine regionale dei geologi Gaetano Butticè. La terra viene giù dopo che ha piovuto. Per Butticè, la Lombardia ha integrato le norme nazionali con leggi regionali ben fatte ed è all’avanguardia in tema di sicurezza di infrastrutture e abitazioni. «Il vero problema è che manca la cultura della pianificazione, della prevenzione e, a volte, del rispetto delle regole».

Sono 351.798 i lombardi che risiedono in aree a pericolosità da frana (il 3,6% della popolazione). Lo attesta un rapporto del 2015 dell’Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale (Ispra). Dato simile ai vicini piemontesi (3,2%). Sempre secondo i dati Ispra, solo lo 0,5% degli abitanti della Lombardia vive in aree dove il pericolo frane è elevato o molto elevato. In Piemonte è l’1,8%.

Per quanto riguarda l’estensione delle aree a rischio, in Lombardia sono 1.450,3 chilometri quadrati su 23.863 (il 6,1%). Le strade di montagna sono quelle più esposte. La frana di fine agosto, al confine Svizzero, vicino a Villa di Chiavenna, ha investito l’intera vallata. La statale 37, principale via di transito per i lavoratori frontalieri della zona, è stata interrotta. Per Mirko Dolzadelli, rappresentante del Consiglio generale italiani all’estero, «la situazione è insostenibile sul lungo termine». Per il portavoce dei frontalieri c’è la necessità di creare un’alternativa e migliorare le strade attualmente utilizzate. «Ma finora nulla di questo è avvenuto». Non ci sono percorsi diversi che assicurino continuità: «A rischio non ci sarebbe solo il lavoro di quanti si recano in Canton Ticino e Grigioni, ma – spiega Dolzadelli – tutto il sistema socio-economico della zona».