Lombardia, i lavoratori stranieri? "Sono in calo, favorire l’immigrazione regolare"

L’appello basato sulle statistiche viene dalla Fondazione Leone Moressa che fa capo alla Cgia di Mestre. Nella nostra regione 528mila occupati sopra i 15 anni, arrivati da altri Paesi, contribuiscono al 12,7 del Pil

Lavoratori stranieri

Lavoratori stranieri

Brescia -  Immigrati in calo sul mercato del lavoro lombardo, nonostante la carenza di manodopera denunciata dalle imprese: per uscire dall’emergenza, bisognerebbe favorire l’immigrazione regolare. Questo l’appello, basato su dati e statistiche, che arriva da Fondazione Leone Moressa, istituto di studi e ricerche nato nel 2002 da un’iniziativa dell’Associazione Artigiani e Piccole Imprese di Mestre Cgia. Il quadro lombardo contenuto nel rapporto 2022 registra, nel 2021, la presenza di 528mila occupati immigrati sopra i 15 anni, che contribuiscono al 12,7% del Pil lombardo (la media nazionale è del 9%), pari a 44,7 miliardi. Il trend è in leggera diminuzione (ma aumentano le cittadinanze): nel 2020, gli occupati stranieri erano 536mila, nel 2018 si arrivava a 567mila che producevano l’11,3% del Pil lombardo. I permessi di soggiorno sono però soprattutto per ricongiungimento familiare.

Il dato lombardo (contenuto nell’ultimo dossier del centro Idos) conferma l’andamento nazionale della Fondazione Leone Moressa: nel 2021 il 55,7% dei permessi di soggiorno lombardi è stato rilasciato per motivi di famiglia, l’11,5% per protezione, solo il 13,3% per motivi di lavoro, di cui il 72,5% per effetto della sanatoria 2020. La ragione è da ricondurre al quadro nazionale del Decreto flussi, il principale strumento di gestione regolare dell’immigrazione che stabilisce le quote di ingressi annui per motivi di lavoro e che è fermo da anni: tra il 2014 e il 2020 la quota è stata di soli 30mila all’anno, più la metà dei quali stagionali, mentre solo nel 2021 c’è stato un primo aumento a 70mila ingressi.

«Negli ultimi 12 anni – spiega Enrico Di Pasquale presentando il rapporto di Fondazione Leone Moressa insieme a Chiara Tronchin – c’è stata quindi una riduzione degli ingressi programmati, mentre sono aumentati quelli non programmati ma legali". Gli stessi fondi a bilancio sono più sbilanciati verso l’emergenza (il 60% va ad accoglienza, cittadinanza e protezione internazionale) che verso la stabilizzazione del fenomeno (solo lo 0,5% va per l’integrazione nel mondo del lavoro).

La richiesta reale di lavoro verso gli immigrati, però, è superiore alle quote stabilite dai flussi, tanto che nel corso degli ultimi 30 anni ci sono state ben 8 sanatorie. Da qui l’appello a sostenere immigrazione regolare e integrazione, anche alla luce dell’impatto fiscale degli immigrati. In Lombardia gli 884.648 contribuenti nati all’estero hanno un volume di redditi pari a 14,1 miliardi e un volume Irpef di 2,2 miliardi. Non c’è il dato regionale della spesa per il welfare destinato agli stranieri, ma in Italia il saldo è positivo. Nonostante il calo nei redditi dichiarati da contribuenti immigrati (16.960 euro nel 2020, 16.550 nel 2021 in Lombardia), le entrate superano le uscite per 1,4 miliardi.