Influenza, Covid e virus di stagione: i sintomi e quando si registrerà il picco di casi

Da inizio ottobre oltre un milione di persone in Italia ha avuto febbre, tosse, mal di gola e dolori muscolari. Ma si tratta perlopiù di virus “cugini” dell’influenza

Da inizio ottobre un milione di italiani ha avuto sindromi simil influenzali

Da inizio ottobre un milione di italiani ha avuto sindromi simil influenzali

Milano – Febbre, mal di gola, naso chiuso e dolori muscolari. Insomma, i classici sintomi dei malanni di stagione. Dai primi di ottobre oltre un milione di persone in Italia sono finite a letto per sindromi influenzali. Si può dire che la stagione dell'influenza sta iniziando. A essere maggiormente colpito sono i bambini al di sotto dei cinque anni di età, ma anche tanti adulti.

L’influenza e rhinovirus 

Per ora prevalgono i virus “cugini” dell’influenza, rhinovirus su tutti. Il loro contributo è quello che attualmente pesa di più sull'incidenza delle sindromi simil-influenzali registrate in Italia. Incidenza che sale, come atteso con l'avanzare della stagione fredda. Nell'ultima settimana si attesta a 9,2 casi per mille assistiti (contro 7,9 nello scorso bollettino), "con una prevalenza di rhinovirus e una percentuale ancora piccola di virus influenzali veri e propri", precisa il rapporto relativo alla seconda settimana di sorveglianza della rete RespiVirNet, coordinata dall'Istituto superiore di sanità (Iss) in collaborazione con il ministero della Salute.

"Per il momento si tratta più che altro di virus simil influenzali, magari meno pesanti negli effetti rispetto all'influenza vera e propria che non è entrata ancora nell'effettiva fase epidemica ma che potrebbe diventare prevalente già fra un paio di settimane quando le temperature si abbasseranno ulteriormente, fino a raggiungere il picco probabilmente a cavallo del Natale, come succedeva in epoca pre-pandemica, quando spostamenti e maggior permanenza in ambienti chiusi faciliteranno la circolazione virale”, afferma Fabrizio Pregliasco, Direttore scientifico di Osservatorio Influenza, Direttore della scuola di specializzazione in igiene e medicina preventiva dell'Università degli studi di Milano e Direttore sanitario d'azienda dell'IRCCS ospedale Galeazzi Sant'Ambrogio di Milano.

Il Covid

In queste ultime settimane anche il numero di casi di Covid ha ricominciato a salire e molto probabilmente tenderà a crescere, come abbiamo visto anche lo scorso anno, fino a raggiungere il picco a dicembre-gennaio. Nonostante il virus sia diventato meno aggressivo rispetto al passato, il Covid sta infatti ancora circolando e i soggetti non protetti da vaccinazioni o particolarmente vulnerabili possono ancora avere esiti gravi: ospedalizzazione e morte.

In Italia il tasso di positività a Covid-19 registra un aumento nella settimana dal 23 al 29 novembre, salendo al 18,8%, con una variazione di +1,2 punti percentuali rispetto alla settimana precedente, quando era a quota 17,6%. È quanto emerge dal bollettino settimanale diffuso dal ministero della Salute. Negli ultimi 7 giorni monitorati sono stati effettuati 277.938 tamponi, il 9% in più rispetto alla settimana precedente quando erano 254.920.

Continuano ad aumentare i contagi e i morti Covid in Italia. Secondo il bollettino settimanale diffuso dal ministero della Salute, i nuovi casi di positività al virus sono 52.177 nella settimana 23-29 novembre, in salita del 16,1% rispetto ai 7 giorni precedenti quando erano stati 44.955. I decessi sono 291, in aumento del 23,8% rispetto alla settimana precedente quando erano 235.

Le polmoniti in Cina

Da non trascurare anche le segnalazioni che ci arrivano dalla Cina, ma in particolare dalla Francia, relative alle polmoniti dovute a un batterio, il Mycoplasma pneumoniae, che può determinare, soprattutto nei piccoli, forme pesanti di polmonite che necessitano interventi in pronto soccorso e in ospedale. “In Italia la situazione è ancora sotto controllo ma questi messaggi ci devono far ricordare che bisogna sempre mantenere alta la soglia di attenzione su queste problematiche, mentre le istituzioni, dal lato loro, devono rimanere sul pezzo dal punto di vista della sorveglianza epidemiologica”.

Meglio vaccinarsi

"Il consiglio è dunque, in primis, quello di intensificare e accelerare con le vaccinazioni sia antinfluenzali che anti-covid, che possono essere somministrate nella stessa seduta, in modo da non farsi trovare impreparati e riuscire ad aumentare i tassi di copertura. La vaccinazione è fortemente raccomandata per anziani e fragili, ma è indicata anche per i bambini e altre categorie di popolazione in quanto più persone fanno il vaccino e meno il virus circola. Da non dimenticare poi le regole di buon senso che abbiamo imparato durante il Covid e che tornato sempre utili come lavarsi spesso le mani, usare la mascherina FFp2 quando ci si trova ad esempio sui mezzi pubblici o comunque in posti affollati, sternutire nella piega del gomito, evitare di stare a contatto con persone che hanno i sintomi influenzali e se si è malati non uscire per evitare di contagiare altre persone”, continua Pregliasco.