
Bigliettaio
"Avanti c'è posto!" gridava Aldo Fabrizi nei panni di un bigliettaio di filobus nel film del 1942 di Mario Bonnard. Fino al 3 marzo 1974 la figura del bigliettaio/controllore era qualcosa a cui eravamo abituati. Stava seduto su una specie di trono all'ingresso del mezzo pubblico (una volta si saliva da una porta sola proprio per passare davanti al controllore e fare il biglietto o esibirlo) ed era dotato di talloncini (i biglietti, appunto, che distribuiva), spugna per inumidirsi le mani e staccarli e monetine per dare il resto. Ma oltre ad essere quello che era, il controllore rappresentava una specie di compagno di viaggio che spesso si conosceva e si riconosceva e col quale si scambiavano anche due parole durante il tragitto. Poi, il 3 marzo del 1974, una strana macchinetta metallica e dalla forma cilindrica, chiamata "obliteratrice", ha fatto sparire questa figura, si credeva per sempre.
Chi all'epoca prendeva i mezzi pubblici quotidianamente ricorderà sicuramente lo scompiglio dei primi giorni dopo la "scomparsa del controllore". I biglietti bisognava procurarseli prima di salire e nei primi giorni andarono esauriti in numerose rivendite; i passeggeri apparivano disorientati, non ancora abituati a procurarseli prima, se ne ritrovavano sprovvisti al momento di salire; il cambiamento, inizialmente, venne applicato solo le domeniche e spesso risultò impossibile acquistare i biglietti a causa della chiusura pomeridiana di bar, edicole e tabaccherie. Ma quello che più che altro si provava, dopo la scomparsa del controllore/bigliettaio fu una sorta di "senso di abbandono" che gli abitudinari di tram e filobus provarono: quella sensazione di essere stati lasciati soli di aver appunto perso un compagno di viaggio, un amico, a volte addirittura, un confidente. Una persona con cui scambiare due chiacchiere e un sorriso, a cui chiedere un’informazione ("Scusi dove devo scendere per andare in via Senato") con cui condividere non soltanto un tratto di strada, ma un pezzo di vita quotidiana, ogni giorno.
AI tempi, l'Azienda Tramviaria Milanese (ATM) spiegò che questa "epocale" trasformazione fu dettata dalla necessità di "ristrutturare il servizio" . La verità dietro a questa frase fatta è che c'era bisogno di ridurre i costi, "cancellando il bigliettaio". In realtà i costi aumentarono, ed anche in maniera importante perché il primo risultato che si ottenne dopo questa decisione fu un importante incremento dei "portoghesi", cioè degli utenti che viaggiano a scrocco, senza bigliietto. Nessuno più controllava, o quasi, ed era così facile salire e scendere senza aver speso una lira.
Oggi , nel 2021, a non pagare il biglietto è poco meno dell'1 per cento degli utenti, grazie soprattutto alla chiusura dei tornelli in uscita dalla metropolitana. Ma quello che per molti era difficile, e cioè il ritorno di uno dei primi lavori cancellati dalla tecnologia, potrebbe invece divenire realtà. Avrà funzioni diverse, non venderà i bligietti ma si limiterà a controllarli e anche a controllarle che tutti indossino la mascherina. Non avrà il suo trono dal quale controllava tutta la vettura con occhio vigile. Ma forse poitrà tornare ad essere quel compagno di viaggio che molti, il 3 marzo del 1974 hanno perso e che era stato celebrato in film e canzoni (forse alcuni di voi ricoderanno un vecchio successo del gruppo milanese dei Gufi, che narrava la storia d'amore tra un controllore ed una bella passeggera, consumato durante il tragitto sulla circonvallazione). E' sicuramente un ritorno al passato per certi versi che però piacerà molto ai più nostalgici.