Il design oggi è relazionale: "Prima del come conta il perché"

Il design evolve da funzionale a relazionale: Michele Scarpellini sottolinea l'importanza del "perché" nella progettazione di mobili, coinvolgendo diverse figure e puntando su sostenibilità e relazioni. L'Italia rimane leader nel settore.

Il design oggi è relazionale: "Prima del come conta il perché"

Il design oggi è relazionale: "Prima del come conta il perché"

Dal design funzionale a quello relazionale: per progettare un mobile, non basta più chiedersi come farlo, ma bisogna sempre partire chiedendosi il “perché”. Parola di Michele Scarpellini, coordinatore della Scuola di Decorazione e Interior design in Accademia SantaGiulia a Brescia. Dal 2007, quando ha aperto il suo studio, ad oggi, il mondo del design è cambiato, di pari passo con trend quali la sostenibilità, la digitalizzazione (vedi la domotica) e, in generale, un concetto diverso di intendere gli spazi. "Oggi mi occupo di design diffuso – spiega Scarpellini – dove il pensiero ideativo investe ogni aspetto della vita dell’oggetto, un design implementato come categoria di pensiero: il perché viene prima del come fare l’oggetto in sé".

Dunque, come si progetta oggi un tavolo rispetto a 20 anni fa? "Una volta, protagonisti del lavoro sarebbero stati il designer e l’azienda produttrice – racconta Scarpellini -. Oggi c’è un approccio multidisciplinare, che coinvolge nel team anche figure come l’esperto del riciclo delle materie o lo psicologo per capire come gestire la disposizione delle persone. Resta l’estetica, ma è un “di cui” di tutto questo". Più lontani, quindi, dal modello tradizionale. "Ora il design è visto più nell’accezione relazionale. Agli studenti insegniamo a concentrarsi sulle esperienze che ruotano attorno ad un mobile. Ci si stacca molto dal concetto classico del visuale, e in questo ci aiuta molto il digitale, chiave per disegnare creando empatia. La domanda a cui si deve rispondere è come ogni oggetto possa favorire le relazioni interpersonali, il perché lo si debba realizzare". La sostenibilità è l’altro grande trend. "C’è attenzione ai materiali ma anche al ciclo di vita dell’oggetto. Non significa che si sia persa la parte emozionale, anzi: un oggetto diventa più apprezzato proprio se ha lo status di amico dell’ambiente". L’Italia resta comunque la patria del design. "Abbiamo una proiezione verso il futuro che nulla ha da invidiare agli altri Paesi. La storicità ci premia, dobbiamo esser bravi a fare in modo che non sia un’àncora, ma una visione da cui trarre ispirazione, senza fermarsi a quel design funzionale, poco sovversivo, che ha avuto fortuna nel nostro Paese. All’estero ci sono situazioni interessanti, la patria della produzione del mobile restiamo noi".

Federica Pacella