REDAZIONE CRONACA

Il giudice di pace finisce a processo: accusato di circonvenzione d’incapace

E' a processo davanti al gup di Milano con l’accusa di circonvenzione di incapace, in concorso con altri due imputati, nei confronti di una anziana donna intestataria di immobili e conti correnti. Davanti al giudice milanese Valerio Natale, è comparso il giudice di pace di Como Antonio Santucci, 63 anni Pa.Pi.

Tribunale

Como, 18 luglio 2015 - E' a processo davanti al gup di Milano con l’accusa di circonvenzione di incapace, in concorso con altri due imputati, nei confronti di una anziana donna intestataria di immobili e conti correnti. Davanti al giudice milanese Valerio Natale, è comparso il giudice di pace di Como Antonio Santucci, 63 anni, avvocato con studio a Milano. Il processo è stato rinviato a novembre per un errore di notifica, e riguarda circostanze che risalgono al 2010. I fatti contestati dal sostituto procuratore Luisa Baima Bollone, partono dalle contestazioni mosse nei confronti di una coppia milanese - Giuseppe Apa, 47 anni e Carla Mottile, 50 anni – che avrebbero abusato dello stato di infermità e deficienza psichica di una anziana parente rimasta sola dopo la morte di marito e sorella.

La Mottile, nipote della donna, l’avrebbe indotta a firmare deleghe per operare sui titoli e sui conti correnti, oltre alla stipula di polizze assicurative sulla vita a suo favore, con un premio complessivo di circa un milione e trecentomila euro. Sempre la Mottile, assieme ad Apa, avrebbe indotto l’anziana a redigere un testamento olografo, «con pregiudizio per i legittimi eredi» specifica l’imputazione, nel quale la Mottile risultava beneficiaria dell’intero patrimonio bancario, e Apa dell’immobile in cui risiedeva la persona offesa.

A questo punto all’anziana donna, sarebbe stato presentato Santucci, indicato come il suo legale, davanti al quale risulterebbero sottoscritte due scritture private di riconoscimento di debito, redatte dallo stesso avvocato: una da 250mila euro a favore di Apa, e la seconda da un milione e mezzo a favore della Mottile. Inoltre, quando nell’ottobre 2010 una nipote della vittima aveva aperto la procedura per la nomina di un amministratore di sostegno, Apa e la Mottile sarebbero intervenuti, prospettandole la possibilità di essere assistita da persone di fiducia anziché «internata» in una struttura di ricovero circondata da sconosciuti. Convincendola così a conferire, nel novembre 2011, all’avvocato Santucci e a un collega una procura speciale per avere copia della procedura per la nomina dell’amministratore di sostegno.