Angelo Giorgianni, chi è il giudice no green pass che vuole processare i politici

Dal palco della manifestazione romana di piazza del Popolo ha chiesto una "Norimberga" contro l'attuale classe di governo. Ora annuncia: "Lascio la magistratura"

Il magistrato Angelo Giorgianni

Il magistrato Angelo Giorgianni

S'ingrossano le file dei no green pass nelle istituzioni: dopo il vicequestore Nunzia Schilirò (per la quale oggi è stata sancita la sospensione dal servizio), arriva il giudice Angelo Giorgianni, in servizio alla Corte di Apello di Messina. 

Il magistrato, che è stato anche sottosegretario agli Interni nel governo Prodi I nel 1996 (si dimise nel 1998), sabato ha partecipato alla manifestazione di piazza del Popolo a Romo. Non è un volto nuovo sul fronte della contestazione al lasciapassare verde che da venerdì 15 ottobre diventerà obbligatorio nei luoghi di lavoro. Giorgianni, infatti, è uno degli autori del libro "Strage di Stato. Le verità nascoste del Covid 19", finito al centro delle polemiche anche per un'autorevolissima firma alla prefazione, quella del magistrato anti-ndrangheta Nicola Gratteri, procuratore capo di Catanzaro.

Dichiarazioni di fuoco

"Come ho anticipato nei mesi scorsi ho rassegnato le mie dimissioni dalla magistratura, tre anni prima del previsto, perché mi posso permettere il lusso di farlo e non voglio essere condizionato in questo momento, ma voglio essere libero di poter esprimere liberamente le mie opinioni". Così ha detto oggi il giudice Angelo Giorgianni che sabato ha partecipato alla manifestazione di piazza del Popolo a Roma, parlando di "preavviso di sfratto a coloro che occupano abusivamente i palazzi del potere" dato loro "dal popolo italiano" e di volere "per loro un processo, una nuova Norimberga" per "i morti, le privazioni e la sofferenza che hanno causato". Parole che sembrano cozzare - soprattutto il riferimento a Norimberga, il processo a gerarchi e funzionari nazisti sopravvissuti alla caduta del Reich, con il ruolo da lui occupato, almeno fino a oggi (anche se da altre dichiarazioni, come quella in cui afferma che "da venerdì farà i tamponi per andare in tribunale"), le dimissioni non sembrano avere effetto immediato. 

Le idee sui vaccini

"Da magistrato - ha continuato sabato dal palco - sono venuto ad onorare il popolo sovrano, e tra io tra voi (lo Stato, ndr) e il popolo scelgo il popolo sovrano e lascio la toga".  Giorgianni è uno degli autori del libro "Strage di Stato. Le verità nascoste del Covid 19", con la prefazione del magistrato Nicola Gratteri, ma contesta la definizione di "no vax". "Io - spiega parlando con i cronisti - sono per la libertà di decidere se vaccinarsi o meno, quindi contro il Green pass. Ho fatto i precedenti vaccini, ma questo no. C'è stata troppa fretta, ingiustificata dal fatto che ci sono le cure precoci, come ho più volte segnalato anche al governatore della Sicilia Nello Musumeci e all'assessore alla Salute, Ruggero Razza".

Respinge lo "stigma" di no vax, quindi, ma le sue convinzioni dubbiose sul Covid sono note, dato il libro ma anche la partecipazione a diversi eventi no vax precedenti anche l'istituzione del green pass.

I motivi delle dimissioni

"In questo momento - osserva il giudice ritornando sulla sua decisione - c'è in ballo una battaglia troppo importante, perché c'è chi vuole limitare la nostra libertà di pensiero e imporre una propria visione. Non potevo restare magistrato perché voglio poter parlare liberamente contro questa parte anche dello Stato che ci vuole imporre le proprie idee. Io sono una persona di parola avevo detto che mi sarei dimesso e l'ho fatto".

"Faccio parte di un'organizzazione - aggiunge - che è diffusa in molti paesi e lotta per le libertà. Naturalmente condanno con fermezza le vicende violente avvenute in piazza da parte dei manifestanti ma chiedo controlli e provvedimenti anche contro le violenze ingiustificate delle forze dell'ordine. Spero sia fatta chiarezza - chiosa Giorgianni - perché la maggior parte delle persone volevano fare una protesta pacifica". E sull'assalto alla Cgil Giorgianni dice che bisogna "prendere le distanze" dalle violenze ma nicchia sulla matrice fascista. "Non spetta a me dirlo", afferma.