Pietrostefani e gli altri, la Francia nega l’estradizione. Ecco i terroristi rossi in Lombardia

La Corte suprema di Parigi trattiene i 10 condannati, tutti si sono rifatti una vita anche con professioni di prestigio

I dieci terroristi per i quali la Francia ha negato l'estradizione

I dieci terroristi per i quali la Francia ha negato l'estradizione

Milano – Dalla Corte di Cassazione francese arriva il no all’estradizione dei 10 ex terroristi rossi italiani e quindi alla richiesta dell’Italia. Ad annunciarlo è la stessa Corte suprema che ha respinto “tutti i ricorsi presentati dal Procuratore” contro la decisione della Corte di Appello di Parigi che a fine giugno aveva deciso che il no alla richiesta dell’Italia. Sono 4 i terroristi a diverso titolo legati alla Lombardia.

Raffaele Ventura (Varese)

1) Il varesino Raffaele Ventura, un passato nelle Formazioni Comuniste Combattenti con il nome di battaglia “Coz”, oggi 70enne, condannato per concorso morale nell’omicidio del vice brigadiere Antonio Custra, avvenuto il 14 maggio 1977, durante una manifestazione della sinistra extraparlamentare a Milano. La sua ultima residenza conosciuta è a Montreuil, nella regione dell’Ile-de-France.

Giorgio Pietrostefani (omicidio Calabresi) 

2) L’ex di Lotta Continua Giorgio Pietrostefani, abruzzese di origine, tra i fondatori di LC, ottantenne e da tempo malato, condannato a 22 anni come uno dei mandanti dell’omicidio del commissario Luigi Calabresi a Milano, del quale si dichiara innocente, come gli altri imputati (eccetto Leonardo Marino). Ha scontato una minima parte della pena (circa 2 anni) essendosi rifugiato in Francia. La pena (ridotta a 16 anni da alcuni indulti) si prescriverà nel 2027 (non è stata contestata l’aggravante di attentato a fini di eversione, ma il reato comune di concorso morale in omicidio)

Sergio Tornaghi (Milano)

3) C’è poi Sergio Tornaghi (milanese, classe ‘58), militante della colonna milanese Walter Alasia, condannato all’ergastolo per l’omicidio (12 novembre 1980) di Renato Briano, direttore generale della Ercole Marelli. Condannato all’ergastolo per banda armata, è anche lui protetto dalla cosiddetta “dottrina Mitterrand”. Per il delitto è condannato all’ergastolo in dicembre 1984. Una prima richiesta di estradizione è stata fatta contro di lui nel 1986, poi di nuovo nel 1998. Vivendo a Périgueux , è stato arrestato nell’aprile 2021 per essere estradato.

Narcisio Manenti (Bergamo)

4) L’ultimo “lombardo” è l’ex membro dei Nuclei armati contropotere territoriale Narciso Manenti (classe ‘57), che ha trovato in Francia casa, moglie e un lavoro. Arredatore e gestore di una società di comunicazione, ha 65 anni. È sposato dal 1985 con una francese dalla quale ha avuto 3 figli ed è oggi nonno. Ex membro dei Nuclei armati per il contropotere territoriale, fu condannato nel 1983 all'ergastolo per l'omicidio dell'appuntato dei carabinieri Giuseppe Gurrieri ucciso davanti al figlio 14enne in uno studio medico doveva aveva fatto irruzione per sequestrare un medico che lavorava presso il carcere di Bergamo.

Alimonti e Cappelli (Roma)

Al di fuori del contesto lombardo, sono sei gli altri terroristi per i quali Parigi ha negato l’estradizione: Giovanni Alimonti (classe ‘55) che deve ancora scontare 11 anni per banda armata e associazione terroristica, Roberta Cappelli (classe ‘55) che ha una condanna all’ergastolo per associazione con finalità di terrorismo, concorso in rapina aggravata, concorso in omicidio aggravato, attentato all’incolumità.

Petrella, Di Marzio e Calvitti

Ci sono quindi Marina Petrella (romana, classe ‘54), che deve scontare l’ergastolo per omicidio, Maurizio Di Marzio (romano, classe ‘61), che deve scontare 5 anni per tentato sequestro dell’ex dirigente della Digos di Roma, Nicola Simone, Enzo Calvitti (di Campobasso classe ‘55), che deve scontare 18 anni, 7 mesi e 25 giorni e 4 anni di libertà vigilata per i reati di associazione sovversiva, banda armata, associazione con finalità di terrorismo, ricettazione di armi.

Luigi Bergamin (Veneto)

A chiudere il veneto ex militante dei Proletari armati per il comunismo (Pac) Luigi Bergamin (classe ‘48), che deve scontare una condanna a 25 anni per associazione sovversiva, banda armata e concorso in omicidio.