Fabio Taborre, l'ex ciclista muore a 36 anni: la carriera, il doping, la malattia

Il ciclista pescarese aveva partecipato a due edizioni del Giro d'Italia. Tre le vittorie da professionista

Fabio Taborre, nel successo del Gp di Camaiore nel 2011

Fabio Taborre, nel successo del Gp di Camaiore nel 2011

Non ce l'ha fatta Fabio Taborre. Ragazzo nato e cresciuto a Pescara il 5 giugno 1985 con il sogno di correre in bicicletta. Gli amici e chi gli stava vicino sa quanto grave fosse la terribile malattia che l'aveva colpito, ma fino a due settimane fa non sembrava possibile un epilogo così rapido: invece Fabio è scomparso a soli 36 anni

Professionista dal 2009, l'abruzzese cresce come tanti con il mito di Marco Pantani, e, correndo con il team Androni di Gianni Salvo, Acqua&Sapone e Vini Fantini, riesce ad assicurarsi tre vittorie tra i pro: il Gp di Camaiore nel 2011, una tappa del Giro d'Austria nel 2012 oltre che, guarda caso, il Memorial Pantani, la gara in onore del suo idolo. Nel 2015 però viene trascinato in uno scandalo doping, trovato positivo dopo un controllo di routine. L'Uci aveva deciso per una squalifica di quattro anni, fino al 2019, di fatto sancendo la fine alla sua carriera. Un caso che aveva fatto scalpore, perché Taborre si sentiva innocente ed era arrivato a parlare di sabotaggio: "Come mai i miei valori, dopo un controllo, non si sono sostanzialmente modificati, come mai l'ematocrito non è salito, l'emoglobina è rimasta identica? Nulla di cio che mi è accaduto ha una logica".  Fabio aveva anche preso parte per 2 volte al Giro d'Italia e a 10 grandi classiche: 4 Milano Saremo, una volta al giro delle Fiandre, una volta alla Parigi-Roubaix e 4 giri della Lombardia.