Epatite acuta nei bambini, individuati due virus: e il Covid?

Uno studio fa luce sul misterioso aumento di casi in età pediatrica: ecco cosa è successo

Bambino in ospedale

Bambino in ospedale

Milano, 25 luglio 2022 - Da oggi potrebbe essere meno "sconosciuta" la misteriosa epatite nei bambini che nei mesi scorsi ha portato al ricovero, e in diversi casi persino al trapianto di fegato, in alcuni piccoli pazienti. Dietro la malattia potrebbe esserci l'azione congiunta (e associata) di due virus. Mentre uscirebbe dal banco degli "indiziati" il virus Sar Cov2. E' quanto emerge dallo studio di un team di scienziati britannici che ritiene di aver identificato una possibile spiegazione all'esplosione di casi in diversi paesi. Ad essere chiamato in causa è il virus adeno-associato AAV2, rilevato nel plasma dei pazienti esaminati e nel fegato di alcuni di loro. Si tratta di un virus che richiede un ''aiutante'' per replicarsi, un collega agente patogeno ''coinfettante'', che in genere è l'adenovirus - fin da subito finito fra i sospetti per i casi pediatrici di epatite a eziologia sconosciuta - oppure un herpes virus.

Due i virus responsabili dell'epatite nei bambini

Fra i casi analizzati dagli scienziati, sono stati rilevati sia adenovirus (sottogruppi C ed F) che - in misura minore - l'herpesvirus umano 6B. In uno studio messo a disposizione sulla piattaforma 'MedrXiv', che raccoglie lavori non ancora pubblicati e quindi non sottoposti a revisione paritaria,  gli esperti - ricercatori dell'University of Glasgow, con colleghi di diversi atenei, dall'Imperial College London all'University of Edinburgh e University of Liverpool - riportano i risultati di un'indagine dettagliata condotta su 9 fra i primi casi rilevati (le segnalazioni iniziali sono arrivate proprio dalla Scozia) e su 58 soggetti utilizzati come controllo.

Effetto lockdown

Ma anche il Coviid, con l'effetto lockdown, avrebbero inciso indirettamente. Secondo gli studiosi, i due virus comuni individuati come responsabili delle epatiti a eziologia sconosciuta sarebbero tornati alla ribalta dopo la fine del lockdown, avendo trovato una popolazione pediatrica maggiormente vulnerabile, in quanto non esposta ai due microrganismi. La circolazione dei  virus respiratori è stata interrotta nel 2020 dall'attuazione di interventi non farmacologici per arginare la pandemia, tra cui il distanziamento fisico e le restrizioni di viaggio. Gli autori premettono che sono necessari ulteriori studi su numeri più grandi, ma dal loro lavoro sembrerebbe che "l'epatite pediatrica acuta 'non A-E' sia associata alla presenza di infezione da virus adeno-associato AAV2, che potrebbe rappresentare un patogeno primario o un utile biomarcatore di recente infezione da adenovirus o da herpesvirus umano 6B".

Il rebus AAV2

Il prossimo passo per gli scienziati sarà riuscire a capire se l'AAV2 è stato acquisito come coinfezione primaria o riattivazione. "Bisogna capire di più sulla circolazione stagionale di AAV2, un virus che non viene monitorato di routine - osserva Emma Thomson, la professoressa che ha guidato la ricerca dell'università di Glasgow. Potrebbe essere che un picco di infezione da adenovirus abbia coinciso con un picco di esposizione ad AAV2, portando a una manifestazione insolita di epatite nei bambini piccoli sensibili".