Divise, Alitalia non paga il conto. Il fornitore rischia: facciamo causa

Gallarate, la compagnia in crisi cambia il disegno delle uniformi. In magazzino abiti per un milione

Valerio Fumagalli titolare della Egv1 mostra le divise Alitalia

Valerio Fumagalli titolare della Egv1 mostra le divise Alitalia

Gallarate (Varese), 6 maggio 2018 - «Che strano, Alitalia che ora si regge su un finanziamento ponte da 900 milioni ha una priorità assoluta: cambiare le divise». Francesco Cogo, responsabile commerciale della Egv1 di Gallarate, che forniva le vecchie uniformi, non nasconde l’amarezza spiegando perché l’azienda gallaratese è pronta a fare causa all’ex compagnia aerea di bandiera per un contratto stracciato «in modo anomalo».  Valerio Fumagalli, che della Egv1 è titolare, mostra alcune delle migliaia di divise rimaste nei magazzini della ditta dopo la repentina decisione dei commissari straordinari di Alitalia e aggiunge: «Abbiamo voluto con forza che la vicenda diventasse pubblica perché è giusto che tutti sappiano quale metodo lavorativo si applica in determinati settori. Nel caso di Alitalia sottolineo anche che la compagnia aerea si regge anche su fondi pubblici». Ma cosa è accaduto? Nel giugno 2016 la società gallaratese firma con l’allora controllata di Etihad un contratto quinquennale per la fornitura degli abiti del personale. Quelle uniformi verdi e rosse, firmate Ettore Bilotta, che tante polemiche avevano sollevato.

«Quel contratto firmato nel 2016 ci obbligava a mantenere in magazzino una scorta di divise stimata in circa 1 milione di euro – spiega Cogo – Alitalia ha ritirato, e pagato, la prima partita. Tutte le integrazioni all’abbigliamento, perché le divise si logorano e vanno sostituite, è invece ancora nei nostri magazzini. E non un euro ci è stato versato nonostante una delle penali prevedesse che, in caso di cessazione del rapporto, Alitalia avrebbe dovuto ritirare tutte le divise e pagarle». A quanto pare i vertici della ex compagnia di bandiera, precisamente i commissari nominati dopo l’entrata in vigore dell’amministrazione straordinaria, hanno deciso che quelle divise non erano adeguate e che sarebbe stata la stilista Alberta Ferretti a disegnarne di nuove.  «Sembrerebbe che i commissari abbiano preso questa decisione per armonizzare il vestiario con l’immagine della compagnia», spiega Cogo. Compagnia che oggi fronteggia non pochi problemi sul piano finanziario. Per la società di Gallarate il colpo è stato forte: «Il contratto ci vincolava a Alitalia per 5 anni e per questo ci eravamo strutturati – spiega il responsabile commerciale – una società con 15 dipendenti, come è la nostra, ha fatto investimenti importanti per poter assolvere alla commessa». E così è stato: «Abbiamo rispettato punto per tutto il contratto. Oggi ci troviamo a dover affrontare una causa che probabilmente durerà anni, per aver fatto bene il nostro lavoro». «Alberta Ferretti ha dichiarato che disegnerà gratuitamente i nuovi indumenti – conclude Cogo – ma difficilmente Alitalia potrà non pagare il confezionamento».