Covid Italia: +50% di casi nell'ultima settimana. Ecco quali sono le regioni più colpite

I contagi riguardano soprattutto i giovani e chi non ha ricevuto alcuna dose di vaccino

Vaccino Covid

Vaccino Covid

Covid: la curva dei contagi torna ad alzarsi con una certa decisione anche in Italia, nonostante i numeri assoluti restino sotto controllo, così come la situazione all'interno degli ospedali.

La settimana che si chiude oggi vede di nuovo i numeri dell'epidemia in Italia salire: i nuovi casi sono più di quelli della settimana precedente, per la prima volta da marzo. L'ultima crescita su base settimanale, infatti, si era registrata quindici settimane fa. In termini assoluti siamo davanti ancora a numeri modesti: quasi 8 mila casi questa settimana, oltre 5.200 la scorsa. Ma in percentuale la crescita si sente: +51,6%. La settimana precedente, l'ultima della discesa, il calo era stato del 5,7%, quella ancora prima, il punto più basso probabilmente della fase calante, -31,2%.

Tutte le Regioni mostrano il segno più, tranne Val d'Aosta e Provincia di Trento ancora in calo. Il Veneto è una delle regioni in cui i casi sono aumentati di più a livello percentuale, con una crescita del 122,6%. Segue il Lazio con un +83,7%, mentre la crescita in Lombardia è un po' piu' lenta con +43,4%. L'incremento percentuale più alto si registra in Molise (+257,1%, ma con numeri assoluti molto bassi) e in Sardegna (+146,2%).

Come sta avanzando il contagio

Il contagio da coronavirus torna a crescere in modo deciso per effetto soprattutto della variante delta, in particolare colpendo le fasce giovani, i non vaccinati o quelli con una sola dose, ma le vittime continuano a diminuire. "L'ampia distribuzione dei nuovi casi sul territorio nazionale indica una ridotta ma persistente circolazione diffusa del virus nel nostro paese", riferisce il documento pubblicato sul sito Epicentro dell'Iss e aggiornato al 7 luglio.

Sembra stabilizzata la tendenza alla crescita della curva che disegna l'andamento delle infezioni in Italia. Ormai il tasso di positività si avvicina a 1, esattamente 0,97%, in decisa crescita rispetto a sabato quando registrava 0,67% e sono 1.391 i positivi al test individuati nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute. Ieri erano stati 1.400, leggermente di meno, ma il numero dei tamponi è nettamente più basso: 143.332 contro i 208.419 di sabato. Sono invece 7 le vittime in un giorno, mentre ieri erano state 12, e nelle terapie intensive si contano 161 pazienti, come il giorno prima. In Italia, spiega il coordinatore della Commissione tecnico scientifico, Franco Locatelli, il fenomeno è, al momento, molto più contenuto rispetto a molti altri paesi in Europa.

"Questo incremento nei contagi è dovuto in larga parte alla progressiva dominanza della variante Delta che per la sua contagiosità, stimata essere di circa il 60% superiore a quella della variante Alfa, è passata rapidamente da pochi punti percentuali a valori del 50-60% in alcune regioni". E comunque, aggiunge Locatelli, "non è il caso di creare allarmismi, in quanto i dati su decessi e ricoveri in terapia intensiva sono molto più confortanti grazie alle vaccinazioni. E quest'ultima osservazione deve essere un ulteriore incentivo per completare in fretta il percorso dell'immunizzazione nelle fasce d'età oltre i 60 anni".

Vaccino unica arma

Resta quindi prioritaria la corsa a immunizzare ed è sulla stessa linea anche Sergio Abrignani, presidente dell'istituto nazionale di genetica molecolare di Milano e componente del Cts, secondo il quale "tra i vaccinati circa un terzo si infetta lo stesso, ma quasi sempre la malattia è asintomatica, paucisintomatica o lieve e la protezione contro le forme gravi è del 94%: per questo è essenziale che si vaccinino tutti, con urgenza per gli ultrasessantenni". La maggior parte dei casi segnalati in Italia, del resto, sono stati identificati negli ultimi 14 giorni in soggetti non vaccinati, che non hanno ricevuto alcuna dose di antidoto o che sono stati vaccinati con la prima dose o con il vaccino mono dose entro 14 giorni dalla diagnosi stessa, ovvero prima del tempo necessario a sviluppare una risposta immunitaria completa al vaccino.

Nello specifico, nella fascia d'età degli over 80, negli ultimi 14 giorni, il 35% delle diagnosi di SARS-COV-2, il 59% delle ospedalizzazioni, il 78% dei ricoveri in terapia intensiva e il 70% dei decessi sono avvenuti proprio in persone che non hanno ricevuto alcuna dose di vaccino e che sono attualmente l'8% della popolazione in questa fascia d'età. Il 62,6% dei casi segnalati al sistema di sorveglianza nelle ultime due settimane ha una età compresa tra 20 e 59 anni. Il 13,5% dei casi ha un'età superiore a 60 anni e il 23,8% dei casi ha meno di 19 anni (età mediana 33 anni).