Coronavirus, restrizioni in Ticino: "Tutelate i frontalieri"

Preoccupazione per i pendolari E i sindaci di confine chiedono misure in Svizzera pari a quelle adottate in Italia

Frontalieri

Frontalieri

Varese, 14 marzo 2020 - Anche la Svizzera inasprisce le norme a contrasto della diffusione del coronavirus. La giornata di ieri si è aperta con l’annuncio da parte del Consiglio di stato del Canton Ticino che ha deliberato la chiusura delle scuole, misure più restrittive per l’economia privata e l’interruzione dei servizi non prioritari. Dopo Bellinzona si è mossa anche Berna, con il Consiglio federale che ha presentato una serie di novità. Sono state vietate iniziative pubbliche o private con più di 50 partecipanti e altre norme di contenimento riguardano locali pubblici, luoghi culturali e centri sportivi.

Dall’Italia potranno entrare in Svizzera solo i cittadini elvetici, chi è in possesso di un permesso di soggiorno e chi attraversa il confine per motivi professionali. Le aziende sono state invitate ad attuare il più possibile lo smart working, in modo da limitare il transito dalle dogane. In merito a queste misure si è espresso il senatore varesino Alessandro Alfieri, capogruppo del Pd in Commissione esteri. «Le autorità elvetiche – commenta – hanno confermato che tutti i lavoratori frontalieri potranno varcare il confine per recarsi al lavoro. A questo punto ci aspettiamo una forte presa di posizione delle autorità ticinesi contro i tentativi di “pernottamento forzato“ offerti dai datori di lavoro svizzeri ai frontalieri. Adesso è chiaro che tutti i lavoratori potranno ogni giorno rientrare dalle loro famiglie nelle proprie abitazioni in Italia: nessuna forzatura è accettabile».

Proprio su questo tema nelle scorse ore si è alzato un appello dalla Lombardia, firmato da una trentina di sindaci delle province di Varese e Como. Una presa di posizione indirizzata al presidente del consiglio Giuseppe Conte, in cui si chiede un impegno affinché le misure oltreconfine siano pari a quelle prese in Italia, a tutela della salute dei lavoratori lombardi che quotidianamente attraversano la frontiera. A sottoscrivere la richiesta anche i consiglieri regionali Giacomo Cosentino ed Emanuele Monti e i parlamentari Stefano Candiani e Nicola Molteni.