Coronavirus, turisti positivi atterrati a Malpensa. Ultimi arrivi dalla Cina

Controlli della temperatura a bordo e in aeroporto. Distribuito il vademecum del ministero sul da farsi in caso di sintomi sospetti. Stop ai voli

Cina, controlli per il coronavirus (Ansa)

Cina, controlli per il coronavirus (Ansa)

Milano, 31 gennaio 2020 - Al momento la Regione Lombardia non ha ricevuto alcuna indicazione dal ministero della Salute circa i due turisti cinesi, marito e moglie di 67 e 66 anni, affetti da coronavirus, ricoverati allo Spallanzani di Roma, ma atterrati lo scorso 23 gennaio all'aeroporto di Malpensa. Però, come ha assicurato l'assessore lombardo al Welfare, Giulio Gallera, "il sistema regionale è solido e strutturato e sta dando una grande prova". In casi come questi, si apprende dal Sacco, si seguono le disposizioni contenute nella circolare del ministero della Salute, che recepisce le indicazioni dell'Organizzazione mondiale della sanità, sui controlli da fare e l'eventuale circolazione del virus. Fino al 29 gennaio i controlli fatti all'aeroporto di Malpensa sono stati 800, mentre 21 sono i casi analizzati negli ospedali della regione, per persone che si sono presentate spontaneamente. "Il sistema sta funzionando perfettamente -  ha continuato Gallera - Per ora ci sono tanti casi che stiamo verificando, tutti negativi e gestiti con la massima accuratezza. Possiamo contare su 14 ospedali con reparti per malati infettivi, e tre laboratori a Pavia, all'ospedale Sacco e alla Statale di Milano".

I due turisti ricoverati allo Spallanzani di Roma, dopo l'arrivo allo scalo varesino, si sono spostati per un tour nelle province italiane. Secondo quanto ha fatto sapere l'assessore Gallera, però, non si sono fermati a Milano, ma si sono diretti a Verona. I due fanno parte di una comitiva, ma sono gli unici provenienti dalla provincia di Wuhan. Una volta scoperta l'infezione del coronavirus, anche gli altri membri del gruppo sono stati portati in ospedale per accertamenti. Al loro arrivo in Italia, nessuno era stato sottoposto a controlli. Il loro volo era atterrato all'aeroporto internazionale di Malpensa il 23 gennaio, mentre i controlli sanitari, come disposto dal Ministero della Salute, erano scattati solo domenica 26 gennaio. Dunque, tre giorni dopo. Detto questo, anche se i controlli ci fossero stati su quel volo, e i medici fossero saliti a bordo per misurare la temperatura ai passeggeri con termometri digitali (come accaduto da domenica) con tutta probabilita' nulla sarebbe emerso, in quanto il periodo di incubazione del virus e' asintomatico e dura 14 giorni. 

Controlli a Malpensa e ultimi voli dalla Cina

L’ultimo stop scatterà domenica quando anche i voli in partenza per la Cina verranno sospesi. Gli arrivi sono già stati cancellati oggi. Così, all’aeroporto di Malpensa, hub principale per il traffico internazionale da e per l’Italia, l’isolamento sarà completo nella speranza di fermare l’importazione del coronavirus. Oggi tutti gli aerei in arrivo dalla Cina sono atterrati regolarmente. Due voli di Air China partiti da Pechino e Shangai e uno della Cathay Pacific: erano gli ultimi tre programmati dal paese nel quale si è diffuso il virus, gli ultimi tre aerei autorizzati ad atterrare dopo la chiusura del collegamento con la Cina.

Ai passeggeri e al personale degli aerei in arrivo dalla Cina è stata misurata la temperatura dai medici saliti a bordo con mascherine e tute prima dello sbarco, ed è stato consegnato un vademecum con le indicazioni dei presidi a cui rivolgersi in caso si avvertissero sintomi sospetti di coronavirus. Un vademecum del ministero della Salute con i consigli - in italiano e cinese - sul da farsi nel caso in cui si presentassero "sintomi respiratori" da possibile contagio. "Se nelle due settimane successive al vostro ritorno in Italia - spiega il documento - si dovessero presentare alcuni sintomi respiratori come febbre, tosse secca, mal di gola, difficoltà respiratorie, a scopo precauzionale" è necessario "contattare il ministero della Salute al numero gratuito 1500; indossare una maschera chirurgica se si è in contatto con altre persone; utilizzare fazzoletti usa e getta e lavarsi le mani regolarmente".

I racconti dei viaggiatori

"Prima di scendere dall'aereo gli operatori sanitari, vestiti con le protezioni, mascherine e visiere, ci hanno misurato due volte la febbre con un termometro a infrarossi, ci hanno chiesto i contatti e gli spostamenti e consegnato un vademecum", hanno raccontato madre e figlio passeggeri del volo 0946 dell'Air China, uno degli ultimi in arrivo a Malpensa da Pechino. "Mi sembra una misura normale",  ha detto il giovane che, come la madre, indossa una mascherina scura. I controlli sono durati una quarantina di minuti in tutto. "Noi arriviamo da Shenzen e lì eravamo controllati sempre: misuravano la febbre dalla metropolitana ai mezzi pubblici, quando si entrava nell'area di residenza negli ingressi dei condomini. Là c'era un controllo pazzesco", ha spiegato ancora la madre, e "in alcune regioni della Cina sui mezzi pubblici è obbligatorio indossare le mascherine, altrimenti non fanno salire. Credo che in Cina tutte le misure preventive siano applicate in maniera efficiente", ha aggiunto il figlio. L'escalation di controlli, racconta il ragazzo che studia lingue in Cina, "è aumentato nell'ultimo mese: si è passati da poche mascherine indossate per precauzione alle mascherine finite nelle farmacie negli ultimi giorni. Dalla vigilia del Capodanno i controlli della temperatura si sono intensificati ancora di più". "Per come è ora la situazione, direi niente panico", ha concluso il ragazzo.

Alessio, diciassettenne in viaggio studio in Cina è rientrato in Italia con il volo da Hong Kong atterrato a Malpensa. "Ero a Zhongyuan, capitale dell'Henan. E' stato difficile, ho avuto paura" del contagio ha detto il ragazzo. La situazione in Cina "è grave: nella mia città nessuno aveva il permesso di uscire di casa, nessuno poteva andare per le strade e i supermercati erano quasi vuoti perché la gente ha comprato tutto quello che si poteva per evitare di uscire" ha raccontato. Ad accoglierlo al Terminal 1 degli arrivi di Malpensa, la mamma in lacrime: "E' stato un viaggio sofferto e tanta paura, ovviamente abbiamo interrotto il viaggio studio e ho detto a mio figlio di rientrare".

"Ci hanno fatto scendere dopo un po’. A uno a uno hanno controllato la temperatura di noi passeggeri sull'aereo, e poi di nuovo dopo aver controllato i passaporti", ha raccontato Alexis Guevara, 22 anni, che studia architettura all'Università di Pavia. Era a Shanghai da una settimana "in isolamento in camera" nel suo campus universitario. "Alcune università - ha raccontato - sconsigliano di tornare indietro, alcune non si sono ancora pronunciate. Io, che studio a Pavia, sono tornato". Sul suo volo, tutti indossavano le mascherine.