LUCA BALZAROTTI
Cronaca

Clima in Lombardia, poca acqua e fenomeni estremi: i rischi della nuova normalità

La regione arriva alla Giornata Mondiale della Terra ferita dalla lunga siccità. Il fisico dell’atmosfera della Cattolica: tendenza segnata. Record del 2022 destinati a cadere

Il fiume Po in secca

Milano «Caldo, meno acqua e precipitazioni più concentrate: la tendenza è questa", dichiara modelli alla mano Giacomo Gerosa, professore ordinario di fisica dell’atmosfera dell’Università Cattolica e responsabile dell’infrastruttura di ricerca micrometeorologica installata nel Bosco della Fontana a Marmirolo (Mantova).

Come è arrivata la Lombardia alla Giornata mondiale della Terra?

"Assetata dopo un record di siccità destinato a essere presto superato".

Sarà la nuova normalità?

"Pioverà sempre di più in modo concentrato e intenso. Dobbiamo prepararci a proteggere meglio il territorio dal punto di vista idrogeologico: più passa il tempo e più aumenta l’evidenza del cambiamento climatico. Capiterà un anno fresco e piovoso ma si inserirà in un trend di siccità e caldo".

Il vostro dipartimento ha elaborato un modello sulla distribuzione di precipitazioni in Lombardia: cosa cambierà?

"I primi 30 anni degli anni Duemila mostrano i segnali del cambiamento. Dal 2050 saranno ancora più decisi: entro fine secolo nella regione le precipitazioni caleranno dal 15 al 25% in estate, quando l’acqua serve per le colture, mentre ci sarà una concentrazione a novembre. Le precipitazioni verso fine secolo aumenteranno in inverno. Ma pioverà anche in montagna: farà caldo e ci saranno più eventi estremi per gli scontri tra masse d’aria calda e fredda".

Il turismo della neve e gli agricoltori non saranno felici.. .

"L’agricoltura soffrirà perché aumenteranno i periodi di siccità. La nostra regione era favorita da fiumi in grado di mantenere portate buone anche in estate grazie allo scioglimento delle nevi. I ghiacciai entro fine secolo si ritireranno ulteriormente: sarà difficile mantenere un sistema agricolo che si base su una rete di canali per l’irrigazione, per cui andremo verso un modello di colture simile a quello degli Appennini".

Quali sono i rischi di precipitazioni concentrate in poco tempo? Sono bastati due giorni di maltempo e sulle montagne lombarde c’è già un rischio valanghe elevato.

"È caduta tanta neve su territori che non ne avevano. Non ha avuto il tempo di accumularsi lentamente e di ghiacciare. Fa caldo e tende a scivolare. L’altro rischio riguarda i fiumi: se non saranno puliti, dopo lunghi periodi di siccità usciranno dagli argini dopo piogge intense".

La qualità dell’aria, invece, è migliorata, ma solo tre province (Lecco, Como, Sondrio) riusciranno a fatica a stare nei limiti di Pm10 chiesti dall’Europa.

"Rispetto a quello che si respirava negli anni ’70 non c’è paragone. Per fortuna. Ma serve a livello politico un modello coordinato di cambiamento verso la sostenibilità. Non a spot o inseguendo il mercato. Si parla tanto di elettrico come soluzione: migliora, ma si sposta la fonte di emissione. La soluzione è nella mobilità collettiva, rendendo i mezzi di trasporto sfacciatamente comodi e convenienti. Servono risorse, serve il coraggio di dire alle aziende di trasporto che possono fare anche deficit per offrire un servizio senza rincorrere pareggi di bilancio".