Bper e l’espansione in Lombardia: "Sul territorio per crescere ancora"

Il direttore regionale Milano Diego Malerba: ecco come sosterremo imprese e famiglie

Diego Malerba è direttore regionale di Milano, Monza Brianza, Lodi e Pavia per Bper Banca

Diego Malerba è direttore regionale di Milano, Monza Brianza, Lodi e Pavia per Bper Banca

Milano - Il vincolo Antitrust, la conseguente Opa lanciata da Intesa Sanpaolo e la definitiva acquisizione – da parte di Bper Banca - di 620 sportelli di cui 587 a marchio UBI e 33 Intesa Sanpaolo. Più della metà sono in Lombardia. Un’operazione che ha cambiato l’assetto territoriale portando alla creazione di 4 nuove direzioni regionali con perimetri provinciali: Brescia (con la copertura anche di Cremona e Mantova), Bergamo con Lecco, Varese con Como e infine Milano (con Monza Brianza, Pavia e Lodi) la cui direzione è affidata a Diego Malerba. Con la migrazione delle filiali UBI completata il 22 febbraio e quella delle filiali Intesa Sanpaolo che avverrà entro giugno, la direzione di Milano conterà 82 filiali, 650 addetti, oltre 200mila clienti e un prodotto bancario lordo che si avvicinerà ai 20 miliardi di euro.

Direttore, per il cliente questa operazione cosa significa? "Sicuramente maggiore prossimità, uno dei valori su cui Bper ha sempre puntato. Nelle filiali daremo continuità di relazione ai clienti, sia da un punto di vista delle persone, poiché si rapporteranno agli stessi colleghi che hanno visto finora, sia delle condizioni contrattuali, che verranno mantenute. In un momento in cui tutto il sistema va verso il mondo digitale (oltre metà dei clienti opera ormai su canali digitali) potrebbe apparire in controtendenza, ma la presenza fisica resta per noi da sempre un valore aggiunto. Al di là dell’acquisto di filiali, sono entrati in Bper un milione e mezzo di nuovi clienti, un salto dimensionale, anche come masse gestite, di circa il 40% per la banca".

La pandemia che ha fatto emergere nuove criticità. Cosa possono fare le banche? "Il ruolo delle banche è determinante soprattutto per indirizzare verso gli investimenti produttivi una notevole massa di liquidità accumulata per effetto dell’emergenza sanitaria, della tendenza al risparmio nelle famiglie e dell’incertezza che ancora grava sulle imprese. Dobbiamo riuscire a veicolare parte di questa liquidità a sostegno del mondo delle imprese con un approccio selettivo, cioè appoggiando le realtà che hanno una capacità competitiva e di stare sul mercato, e che sono quindi in grado di dare impulso al rilancio dell’economia reale".

Mentre per le famiglie e i privati? "Se parliamo di nuove povertà da combattere, questo è uno dei temi in cui l’intervento pubblico è decisivo. D’altra parte il sistema bancario è fortemente impegnato a sostenere famiglie e piccoli investitori, mantenendo sempre una grande attenzione alla qualità del credito che va a erogare e mettendo a disposizione servizi e prodotti adeguati".

È possibile misurare l’attuale crisi economica? "Lo Stato ha messo in campo una serie di ammortizzatori e tutele per la messa in sicurezza del sistema economico che non fanno emergere la reale entità della crisi. Quando usciremo da questo momento di protezione, e bisognerà farlo in modo graduale per evitare choc che non farebbero bene al Paese, potremo comprendere meglio la situazione".

Per il 2021 quale prospettiva? "Sarà un anno condizionato ancora dalla pandemia, molto impegnativo. La ripresa non è dietro l’angolo e questo condiziona ancora l’attività di famiglie e imprese. Dobbiamo comunque avere fiducia e attrezzarci per la ripartenza: in questo contesto il nostro Gruppo ritiene di avere tutte le carte in regola per giocare un ruolo importante".