Bella ciao, significato della canzone: testo, origini, film, polemiche e 25 Aprile

Quello che c'è da sapere sul canto della Resistenza ormai conosciuto a livello mondiale

"Una mattina mi son svegliato...". Chi non conosce l'incipit di "Bella ciao". La canzone della Resistenza diventata ormai un simbolo di italianità (ma non solo) nel mondo. Tanto che se oggi all'estero chiedete a uno straniero di "cantare una canzone italiana" saranno probabilmente di più quelli che intoneranno "Bella ciao" piuttosto che l'intramontabile "Volare" di Domenico Modugno. Una dimostrazione l'ha data anche Madonna che ha cantato Bella ciao e il filmato è diventato virale.

Ma come e dove nasce la canzone "Bella ciao"? Qual è il suo reale significato? Perché oggi è diventata ancor più popolare, scatenando in diversi casi molte polemiche? Interrogativi che tornano sempre attuali in vista del 25 Aprile, festa della Liberazione e Festa nazionale.

Le origini

"Bella ciao" è una canzone popolare italiana (le prime tracce risalgono all'800) la cui versione "partigiana" è databile intorno agli anni '50. Pur essendo considerata infatti una "canzone della resistenza" non ci sono documentazioni (anzi ci sono addirittura testimonianze di partigiani) che venisse cantata dai resistenti (partigiani) negli anni '40. La stessa Associazione Nazionale Partigiani d'Italia (Anpi) riconosce che Bella ciao: "Divenne inno della Resistenza soltanto vent'anni dopo la fine della guerra diventando un inno soltanto quando già da anni i partigiani avevano consegnato le armi".

La prima pubblicazione scritta

La prima pubblicazione del testo oggi cantato - fonte, enciclopedia online Wikipedia - è avvenuta nel 1953 sulla rivista La Lapa, per poi essere pubblicato su L'Unità nel 1957.

Le versioni "precedenti"

La "Bella ciao" partigiana riprende nella parte testuale la struttura del canto dell'Ottocento Fior di tomba che lo storico Costantino Nigra riporta in numerose versioni tra i "Canti popolari del Piemonte", pubblicati per la prima volta nel 1888, tra i quali uno inizia con il verso "Sta mattina, mi sun levata". Nigra riporta anche una variante veneziana che inizia con "Sta matin, me son levata". Le varie versioni raccontano la storia di una donna che vuol seguire per amore un uomo, anche se ciò comporterà la morte e l'essere seppellita, tanto le genti che passeranno diranno "che bel fiore" o "che buon odore" a seconda della versione.

Bella ciao e la Resistenza

"Non ci sono indizi della rilevanza di Bella ciao tra le brigate partigiane - riporta l'enciclopedia online, Wikipedia - e neppure della stessa esistenza della versione del partigiano antecedente alla prima pubblicazione del testo nel 1953. Non ci sono tracce nei documenti dell’immediato dopoguerra né è presente nei canzonieri importanti: "Non c’è, ad esempio, nel “Canzoniere Italiano” di Pasolini e nemmeno nei “Canti Politici” di Editori Riuniti del '62. C’è piuttosto evidenza di una sua consacrazione popolare e pop tra il '63 e il '64, con la versione di Yves Montand e il festival di Spoleto, quando il Nuovo Canzoniere Italiano la presentò al Festival dei Due Mondi sia come canto delle mondine sia come inno partigiano. Una canzone duttile, dunque, e talmente “inclusiva” da poter tenere insieme le varie anime politiche della lotta di liberazione nazionale (cattoliche, comuniste, socialiste, liberali...) ed esser cantata a conclusione del congresso DC che elesse come segretario l’ex partigiano Zaccagnini".

Il testo

"Una mattina mi son svegliato o bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao una mattina mi son svegliato e ho trovato l'invasor.

O partigiano portami via o bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao o partigiano portami via che mi sento di morir.

E se io muoio da partigiano o bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao e se io muoio da partigiano tu mi devi seppellir.

Seppellire lassù in montagna o bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao seppellire lassù in montagna sotto l'ombra di un bel fior.

E le genti che passeranno o bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao e le genti che passeranno mi diranno che bel fior.

E questo è il fiore del partigiano o bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao e questo è il fiore del partigiano morto per la libertà".

Bella ciao al cinema e Tv "La casa di carta"

Il video di Bella ciao a La casa di carta

L'utilizzo di "Bella ciao" è stato spesso fonte di polemiche. Fra le ultime c'è quella dell'uso nella serie Tv "La casa di carta" quando "Il professore" Alvaro Morte a capo della banda di ladri la intona prima della rapina alla Banca di Spagna. Ma perché una canzone come "Bella ciao" è entrata in una produzione spagnola di respiro internazionale? Gli autori hanno spiegato come si utilizzata come canto di Resistenza nei confronti del potere rappresentato dalla banche. Lo sceneggiatore Javier Gomez Santander in un'intervista a Repubblica ha spiegato che "la prima volta in cui ho cantato Bella ciao è stato all'Università. Gianluca, uno studente italiano in Erasmus, aveva una chitarra e la cantavamo tutti insieme. Cantare Bella ciao era il punto più alto di tutte le feste. E da quel momento l'ho sempre usata per darmi coraggio". "Mi piace il significato di questa canzone, la lotta che porta con sé. Un giorno mi sono svegliato con il pensiero fisso della serie che mi tormentava e ho deciso di metterla su. Ho capito che Bella ciao e La Casa di carta condividevano l'anima. Ho gridato: siamo partigiani".

Dall'Italia all'Ucraina

Quanto "Bella ciao" sia un canto rappresentativo della resistenza a livello mondiale lo si è capito nei primi giorni dell'attacco russo all'Ucraina quando una giovane cantante locale ha riadattato la canzone e l'ha resa virale sui social.

Le polemiche

Con l'approssimarsi del 25 Aprile tornano d'attualità anche le polemiche relative a "Bella ciao". La festa nazionale che celebra la liberazione dal nazifascismo non ha mai unito tutto il popolo italiano. Chi si riconosce nei "valori di desta" ha spesso contestato i contenuti di una Festa nazionale che avrebbe sempre avuto "tinte troppo rosse". E così è spesso stato per l'utilizzo, anche nella circostanze legate al 25 Aprile, per "Bella ciao". E' più volte successo che sindaci di centrodestra ne vietassero il canto in occasione delle celebrazioni del 25 Aprile. Senza contare le numerose contestazioni avute nel corso degli anni quando è stata fatta cantare o imperare nelle scuole di ogni ordine e grado.